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La cultura di Scialfa

Dopo aver letto (e riletto) sul "Secolo XIX" la bella intervista di Matteo Indice e Giovanni Mari al professor Nicolò Scialfa,

mi chiedo: ma questo Scialfa lo è o ci fa?

Preferisco pensare che ci fa, che è più furbo di noi e che si diverte a prenderci tutti in giro. Perché altrimenti sarebbe impossibile pensare che un elemento di tale ingenuità sia arrivato ad essere preside e poi vicepresidente della Giunta Regionale.

E' stato ingenuo a rilasciare l'intervista. In queste condizioni, meno si parla e meglio è. Ha detto cose allucinanti.

- "Ho scoperto a mie spese quanto può far male la politica"

 Ma sino a prova contraria ha invece scoperto che con la politica, senza spendere un euro, si può comprarsi vini francesi, andare a visitare i campi di concentramento di Aushwitz e a trovare i parenti nella natia Sicilia ecc.ecc.

- "Se ho commesso errori l'ho fatto in buona fede. Sono una persona perbene, onesta e non mi sono messo in tasca nulla"

Su questo deciderà la magistratura. Ma prendere i soldi pubblici e comprarci dei vini francesi, cos'è?

- "Ho commesso errori, in pratica ho travisato il concetto di rappresentanza"

Ma davvero considerava rappresentanza andare a trovare i parenti in Sicilia?

- "Io sono entrato in politica pensando di poter mettere la mia tanta o poca cultura al servizio delle persone"

e quello che ha fatto, sia pure con l'attenuante che lo facevano anche i suoi (stimati) colleghi, lo chiama cultura?

- "Io cercavo solo di fare politica"

Non ci venga a raccontare, professor Scialfa, che quello è il modo di fare politica...

- "Ma vi sembra che dopo essere stato accusato più volte di fare lo snob culturale, di fare citazioni e di volare troppo alto, avrei potuto sindacare sulle spese dei miei colleghi di partito?"

Già. Avrebbero potuto rispondere: parli proprio tu che con i soldi del partito fai viaggi di piacere e compri vini francesi?"

Ora l'intellettuale-buongustaio Nicolò Scialfa ha seguito Giovanni Paladini e Marylin Fusco nel Centro Democratico e il leader Bruno Tabacci ha confidato che non si farà vedere a Genova con i suoi nuovi compagni d'avventura perché "lo imbarazza".

E l'ex capogruppo dell'Italia dei Valori ha conclusa la spassosa intervista annunciando: "Ora devo ricostruire il mio onore".

La strada gliela indichiamo noi: rinunci alla Regione. Ma se invece vuole rimanere agganciato al cadreghino, dovremo continuare a chiederci: ma questo Scialfa professor Nicolò lo è o ci fa?

Personalmente preferisco pensare che lo faccia. Perché se davvero è come si è presentato a Matteo Indice e Giovanni Mari...

Elio Domeniconi

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