Politica, il borsino della settimana
Il borsino della politica della settimana secondo Genova3000.
GIOVANNI TOTI
Per smentire le fake news che circolavano in rete sul numero delle sue vaccinazioni, il governatore ha specificato su Facebook che gli sono stati inoculati quattro sieri, due antinfluenzali e due anti Covid. Ha pure aggiunto che contro il virus farebbe anche “una terza e una quarta dose di vaccino, se necessario”. I dubbi erano nati a seguito delle quattro foto apparse sui social che lo ritraggono durante le iniezioni. Troppi post a volte ingannano.
MARCO BUCCI
Ha incontrato i tecnici e gli operai che hanno lavorato alla realizzazione del nuovo porticciolo di Nervi. A tutto il team ha consegnato la bandiera di San Giorgio, come segno di gratitudine per il loro impegno nell'opera di riqualificazione della baia. E pensare che qualche genovese ha criticato il restyling per il troppo cemento utilizzato. Preferiva la vecchia piscina.
ELENA BOTTO
“Non è più la mia casa politica. Ho atteso, ho sopportato e ho provato, ma non ha senso continuare a vivere nella speranza di miglioramenti che non vedo e far parte di una forza da cui non mi sento più rappresentata e che non riesco più a rappresentare con convinzione”. Così la senatrice genovese ha lasciato il Movimento 5 Stelle per passare nel Gruppo Misto. Con il suo addio, Beppe Grillo non ha più senatori liguri.
ALESSANDRO TERRILE
Il capogruppo PD a Tursi ha fatto i conti a ‘Genova Jeans’, la rassegna ideata da Manuela Arata che si svolgerà in diversi contenitori culturali della città a settembre. Inizialmente il Comune di Genova si era impegnato a sostenere l’evento con 100mila euro. Poi, l’impegno di Tursi è lievitato a 650mila. Anche i costi generali sarebbero cresciuti in maniera esponenziale, fino a raggiungere i 1,2 milioni di euro. Con questo budget, più che una mostra, si potrebbe mettere su una fabbrica di jeans.
ELISA SERAFINI
Dopo l’attacco del PD sui costi della mostra del jeans, l’ex assessora comunale ha svelato che si era rifiutata “di eseguire questo ordine dall’alto”, aggiungendo anche che “è stato uno dei motivi per cui sono stata costretta a dimettermi, ma lo rifarei 100 volte”. Così ha aggiunto nomi e cognomi a un retroscena già raccontato nel suo libro, Fuori dal Comune.
BARBARA GROSSO
Da tempo, si parla di un suo possibile addio agli arancioni. I recenti rumors la darebbero verso la Lega. E la foto che la ritrae accanto ai leader del Carroccio in occasione della visita a Palazzo Tursi di Matteo Salvini, arrivato in Comune per farsi spiegare dal sindaco Bucci il Waterfront di Levante di Renzo Piano, potrebbe esserne la prova. Lei smentisce. Forse, più che dal Capitano, la dinamica assessora è affascinata dall’Archistar.
FRANCESCO MARESCA
L’assessore al porto di Genova è diventato docente dell’Accademia della Marina Mercantile, dovrà formare i futuri ufficiali di Marina, manager e lavoratori del mare e dei porti italiani. “Aiutare le future generazioni a crescere e determinarsi nel mondo del mare è un privilegio e grande compito che assolverò insegnando in materie marittime di mia competenza, tra cui diritto marittimo, porti e logistica, trasporti, infrastrutture, Unione Europea, diritto internazionale”, ha detto soddisfatto. La dinastia dei Maresca continua. Dai porti al mare aperto.
CARLO BAGNASCO
E’ stato eletto presidente dell’Aci Genova. Una nuova carica, oltre a quelle di sindaco di Rapallo, vicesindaco della Città Metropolitana e coordinatore regionale di Forza Italia. Si è impegnato a fare molto per gli automobilisti. E gli automobilisti lo ringrazieranno mandandolo a Roma. Alla Camera dei Deputati. Al posto del padre Roberto.