Il pericolo si chiama Scajola
In Forza Italia si sta verificando quello che era facile prevedere: Claudio Scajola è più pericoloso fuori che dentro.
Giovanni Enrico Toti ha tenuto a specificare che non è stato lui a escluderlo dalle Europee. Le liste le ha fatte Silvio Berlusconi. Ma sicuramente l'ex Cavaliere non ha candidato Scajola sapendo che avrebbe dato ombra a Toti da lui designato come capolista. Ora il coordinatore regionale Sandro Biasotti sostiene che bisogna sostenere Toti "ventre a terra" (addirittura) e ha confessato che lui, da buon soldato, obbedisce.
Sicuramente a Berlusconi è dispiaciuto far fuori proprio Scajola che era stato al suo fianco nella costruzione di Forza Italia. Ma poi come ministro Scajola ha commesso diverse gaffes (pensiamo a Marco Biagi) e poi è scivolato, "a sua insaputa" sulla casa con vista Colosseo. Il leader di Forza Italia crede molto ai sondaggi. E i sondaggi dicono che la base vuole uomini nuovi e che il Parlamento Europeo non deve essere più il cimitero degli elefanti.
Quindi: per Scajola niente Parlamento Europeo. Ma per tenerlo buono bisognava dargli una carica perché non è vero che l'ex ministro vuole dedicarsi alla coltivazione degli asparagi, sono dichiarazioni di facciata. Toti, come nuovo luogotenente di Berlusconi, ha assicurato proprio a Genova che una carica l'avrà. Ma se vogliono salvare il salvabile devono dargliela adesso, prima che sia troppo tardi.
Scajola si sta comportando da vecchio democristiano. Dice di sostenere Forza Italia, ma poi diserta il convegno del Primo Maggio (al quale era annunciato) e anche l'inaugurazione della nuova sede (gentilmente offerta da Biasotti). I suoi fedelissimi non hanno partecipato alla cena elettorale da "Giacomo". Il vicepresidente regionale Luigi Morgillo, scajoliano duro e puro, ha risposto per le rime a Biasotti che ha lanciato il diktat: chi non vota Toti, è fuori dal partito.
L'onorevole Biasotti si comporta così perché gliel'ha chiesto Berlusconi, come indole personale preferisce la carota al bastone. Ci mette la faccia. Ma così si sente rispondere che Forza Italia è un partito democratico, le preferenze sono tre e ciascuno le da a chi gli pare e piace. Con malizia Scajola ha sostenuto che semmai il coordinatore regionale dovrebbe sostenere i candidati liguri (la Susy De Martini e anche l'ex comunista Franco Bonanini?).
Scajola l'ha detto sin dal primo momento: non ha condiviso le scelte dei candidati, ha parlato di liste deboli, ha ipotizzato una grande batosta.
Non occorre essere esperti di politica che Scajola fuori dai giochi rappresenta un pericolo pubblico (per Forza Italia, ovviamente). Se Biasotti ci tiene a salvare il salvabile chieda a Berlusconi di dare una carica a Scajola. Ma che gliela dia subito. Prima che sia troppo tardi.
Elio Domeniconi