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La commedia di Sandro Biasotti

Biasotti - Scajola

Il grande Giulio Andreotti diceva sempre: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina.

 

Quando ho letto quelle sviolinate di Sandro Biasotti nei confronti di Claudio Scajola mi sono chiesto: cosa c'è dietro? I due, infatti, si sono sempre cordialmente detestati, hanno un modo diverso di concepire la politica. Impossibile che all'improvviso fossero diventati, come suol dirsi, culo e camicia.

Sono andato a rileggermi (su "Il Giornale") cosa si erano detti quando Scajola aveva fatto togliere dalla lista del Senato Biasotti, che aveva già avuto il placet di Berlusconi, e mi sono convinto ancora di più che quella di oggi era una farsa, andava in scena la commedia dell'arte.

Stupiva che Biasotti avesse detto che bisognava votare Scajola anche se Scajola non fosse stato messo in lista, perché l'onorevole sa benissimo che in questo caso le schede sarebbero state annullate, con grave danno per Forza Italia. Quindi, chiaramente, doveva essere una recita. Una vendetta per tenere l'ex ministro sulla graticola.

La controprova è arrivata subito. Perché vari nomi della nomenklatura ligure di Forza Italia, su input del capogruppo in Regione Marco Melgrati, hanno inviato una commossa lettera d'intenti a Sua Maestà Silvio Berlusconi per convincerlo a mettere in lista per le Europee l'ex ministro. Ma la lettera non l'ha firmata proprio Sandro Biasotti, cioè quello che (a parole) invitava a votare Scajola anche se non fosse stato messo in lista.

La firma di Biasotti avrebbe dovuto apparire al primo posto, visto che è non solo il coordinatore regionale di Forza Italia, è anche l'unico parlamentare ligure del partito di Berlusconi. Non solo: nella famosa lettera manca anche l'adesione dei due consiglieri regionali della Lista Biasotti: e cioè Aldo Siri e Lorenzo Pellerano. Segno quindi che Biasotti, al di là delle dichiarazioni di facciata, vuole che Scajola, che l'ha sempre boicottato, esca definitivamente di scena.

Certo sarebbe stato più onesto dire: io e Scajola ci siamo sempre detestati. Quando era potente lui, ho dovuto fare un passo indietro io. Adesso che comando io, deve fare un passo indietro lui. Era un suo diritto. Nessuno si sarebbe scandalizzato, anche in politica quello che è fatto viene poi reso (magari con gli interessi).

Quelle sviolinate di Biasotti nei confronti di Scajola, non potevano essere sincere, l'avevamo detto subito. Ora ne abbiamo avuto la conferma. Con la stessa sincerità diciamo che quella sceneggiata l'onorevole Biasotti poteva risparmiarsela. Scajola merita di uscire di scena, ma senza prese in giro.

 

Elio Domeniconi

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