L'eterno Sergio Cofferati
La realtà romanzesca del PD. Sergio Cofferati aveva annunciato al popolo di Bologna
che non si sarebbe ricandidato a sindaco di Bologna. Perché la compagna, scovata al Teatro Stabile, gli aveva dato un figlio. Era stufo di fare il pendolare tra Bologna e Genova, ormai aveva una certa età. Voleva godersi la famiglia e le varie pensioni.
I maligni avevano detto che lasciava la Dotta perché aveva capito che non sarebbe stato riconfermato, i compagni non erano contenti di come aveva amministrato la città. E sulle pensioni i pettegolezzi si sprecavano. Ma quando mai ha lavorato? Alla Pirelli ha sempre fatto il sindacalista, cioè lasciava lavorare gli altri.
Però appena Cofferati si è trasferito a Genova si è capito che non era venuto all'ombra della Lanterna per fare il pensionato ai giardinetti di Brignole (abita nei paraggi). E' vero: qualche volta s'è fatto vedere a giocare con il pupo sulla spiaggia di Boccadasse. Ma era più facile incontrarlo in Piazza della Vittoria, dove c'era la sede del Pd.
Prendeva parte a tutte le riunioni del partito. Cercava un suo spazio, voleva conservare una fetta di potere. Ma lui puntava in alto. E infatti era arrivato al Parlamento Europeo. In tanti pensavano che sarebbe stata la conclusione del suo cursus honorum. Nessuno pensava che avrebbe chiesto un altro mandavano. Matteo Renzi aveva annunciato il rinnovamento invocato dalla base.
Invece il nuovo segretario ha riconfermato in lista il vecchio sindacalista, che pure non si era schierato dalla sua parte. E non ha preso in considerazione i renziani. Le interpretazioni sono diverse. C'è chi sostiene che Renzi non si fida dei renziani di Liguria. E che non ha visto nelle proprie fila un candidato di prestigio. Tant'è vero che, volendo puntare anche sulle donne, ha messo in lista Renata Briano, che si era schierata con Pippo Civati.
E forse Renzi ha pensato che era un suicidio lasciare a casa Cofferati, che porta voti e può prenderne nelle varie regioni della Circoscrizione. Gli ha tolto il ruolo di capolista, ora sarà terzo dietro Alessia Mosca e Mercedes Bresso. Ma Cofferati non si preoccupa. Perché sa di essere più conosciuto delle due donne. E perché il segretario ligure Giovanni Lunardon gli ha assicurato che bloccheranno i voti più su di lui. Niente rinnovamento, niente renziani. L'ordine della nostra nomenklatura è quello di mandare ancora a Bruxelles e a Strasburgo il vecchio compagno che si è formato nel Pci e può ottenere voti da chi ancora crede nella falce e martello.
Certo, dopo le delusioni ricevute a Roma, il Parlamento Europeo avrebbe potuto far gola a Claudio Burlando, che tra pochi mesi lascerà la presidenza della Regione Liguria e non vuole andare in pensione. Il Governatore si è schierato subito con Renzi ma sinora il nuovo presidente del Consiglio non gli è stato riconoscente. In politica succede di tutto e la cosa non ci sorprende. Ma certo lascia perplessi l'atteggiamento dell'ex sindaco di Firenze. Che parla di rinnovamento anche generazionale eppoi insiste sul vecchio Cofferati, che per giunta viene dal Partito Comunista. Sicuramente il giovane Matteo non si mostra coerente. O no?
Elio Domeniconi