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Gli "amici" di Sandro Biasotti

Sandro Biasotti

Per capire le grandi manovre di Sandro Biasotti oggi bisogna riandare al famoso 7 marzo del 2006 quando

fu escluso dalle liste elettorali per il Parlamento perché Claudio Scajola si oppose alla sua candidatura (allora poteva farlo).

"Il Giornale", edizione della Liguria, ospitò, in un'intervista di Paola Setti, le accuse (feroci) dell'ex Governatore. Ma nella stessa pagina pubblicò le reazioni all'interno di Forza Italia, interviste di Federico Marchi.

CLAUDIO SCAJOLA
Se la cavò con poche ma taglienti parole: "Ognuno ha il suo stile e Biasotti si è espresso con il suo. Quello che ha detto è ingeneroso. Non vedo perché dovesse essere candidato nelle liste di Forza Italia: non ha mai voluto la tessera e in un recente passato si è anche mosso contro Forza Italia: la nostra lista è più qualificata, la partita è chiusa".
Il titolo era stato: "Biasotti remava contro e voleva posti", parole di Scajola.

LUIGI MORGILLO
Allora capogruppo in Regione: "Le dichiarazioni si commentano da sole. Quanto alle offese sulla mediocrità di Scajola e dei lacchè di cui si circonda, Biasotti avrebbe fatto bene a esprimere questi giudizi prima che la candidatura da lui elemosinata".
Morgillo fece anche un comunicato, dicendo di Biasotti: "Ha la "sindrome dello sconfitto": è amareggiato non tanto per l'amarezza per la sconfitta delle sue ambizioni a diventare senatore, quanto il suo desiderio di approdare in Forza Italia per diventarne il leader regionale. Si faccia un esame di coscienza perché gli manca la dote più preziosa per fare politica: l'umiltà. Con il rancore si commettono solo errori. Dice che abbiamo perso le roccaforti? E chi lo dice che lui non ci abbia messo del suo, per farcele perdere". Però ora Biasotti è diventato davvero leader in Liguria: unico onorevole e coordinatore regionale.

ENRICO NAN
Era il coordinatore regionale: "Sono stupito da queste dichiarazioni, visto che Biasotti ha chiesto una candidatura fino alla fine. Ha fatto affermazioni poco politiche e troppo personali". Nan è poi uscito da Forza Italia ed è passato con Fini.

GABRIELE BOSCETTO
Vicepresidente dei senatori di Forza Italia: "Volere entrare dalla finestra, all'ultimo minuto, è stato un comportamento disdicevole. Prendersela con Scajola è reazione bizzosa e fanciullesca che dimostra come, in politica, egli abbia da imparare dal ministro". Poi Boscetto ha dovuto lasciare il Parlamento.

GIORGIO BORNACIN
Allora senatore di An, ora in Forza Italia: "E dire che per colpa di Biasotti, che alle regionali corse col suo simbolo creando confusione nell'elettorato, noi abbiamo perso il secondo consigliere regionale, per spirito di coalizione, perché molti nostri elettori votarono sia noi che lui, annullando la scheda".
Per la cronaca Bornacin era tra gli invitati a Villa Biasotti, al party in onore dell'europarlamentare Licia Ronzulli.

ROBERTO CASSINELLI
Il cronista si meravigliò: "Persino uno mite e schivo come Cassinelli, il commissario metropolitano di Genova, decide di intervenire: "Affermare che Scajola voglia far perdere Forza Italia è palesemente in contrasto con la sua storia personale e politica. Il miglior risultato della storia di Forza Italia è stato proprio nel 2001 quando Berlusconi mise Scajola alla guida del partito.
Non posso non rilevare che il percorso politico di Biasotti è stato certamente più indirizzato a dividere che a unire "E Biasotti non fece nulla per far restare Cassinelli in Parlamento, lasciò che gli venissero preferiti i "paracadutati".

ALFREDO BIONDI
Era stato lui a "inventare" Biasotti per le Regionali del 2000: "Capisco l'amarezza degli esclusi. Un po' meno capisco qualche sfogo personale dal sapore lievemente denigratorio". Poi Scajola fece fuori anche Biondi, ma Biondi si tirò disciplinatamente in disparte, per lasciare il posto ai giovani.

Dopo il revival, conclusione personale del cronista: possibile che questi nemici dichiarati di Biasotti oggi si siano trasformati in amici?

 Elio Domeniconi

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