La privacy della Mussolini
Alessandra Mussolini è finita di nuovo sulle prime pagine dei giornali e sulle copertine dei rotocalchi.
Stavolta però ne avrebbe fatto volentieri a meno. E per consolarla le ha telefonato anche sua zia, la divina Sophia Loren.
La nipote del Duce è salita nuovamente alla ribalta, non per le risse con le colleghe, in televisione o in Parlamento, ma perché suo marito Mauro Floriani è finito nello scandalo delle baby prostitute romane, quelle dei Parioli. E ora ci si chiede se è giusto che venga tirata in ballo per una faccenda che riguarda il consorte. Le colpe dei mariti non possono ricadere sulle mogli. Tanti personaggi del mondo politico le hanno manifestato la loro solidarietà, a cominciare dal comunista Antonio Bassolino che era stato suo rivale nella lotta elettorale per diventare sindaco di Napoli.
Secondo me, è ipocrisia bella e buona. I personaggi pubblici hanno già tanti vantaggi ma hanno anche più doveri degli altri. Già ai tempi dell'antica Roma si diceva che la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto. E lo stesso vale per i mariti.
Se l'ex finanziere Floriani Mauro, ora manager delle Ferrovie dello Stato, va a caccia di fanciulle di facili costumi, è una vicenda che interessa solo la sua famiglia (e la legge, visto che la ragazzina era minorenne). Ma se chi va a trastullarsi con una puttanella che ha l'età di sua figlia è il marito di una senatrice della Repubblica, la cosa interessa tutti. Tanto più che Alessandra Mussolini non è solo la nipote di Benito Mussolini e di Sophia Loren. E' una che in Parlamento si è sempre battuta per i diritti della famiglia, che doveva essere una famiglia da Mulino Bianco, non quella composta da due uomini e due donne.
La Mussolini era la deputata che in Parlamento inveiva contro i pedofili e invocava per loro la castrazione chimica. E ora scopre che aveva in casa un marito che andava con prostitute-bambine, è stata per lei un colpo al cuore, il crollo di un modello di vita.
Comprendiamo il suo dramma familiare ma, per carità, non invochiamo la privacy. Ricordiamo cosa avvenne a Genova con Daniela Carapellese. Era una ragazzina che si drogava come tante, ma aveva una attenzione particolare sui media perché era la figlia di Carapellese, il leggendario Carappa.
Si sa che la Mussolini ha staccato i telefoni e che ha cacciato di casa il marito che l'ha tradita e che si è difeso come gli altri clienti: "Non sapevo che fosse minorenne". Sapeva però che avrebbe potuto essere sua figlia. Non è più andata in Senato, lei che non si perdeva una seduta. Si sa che un figlio si è rifiutato di andare a scuola. Anche se, ripetiamolo, le colpe dei padri non devono ricadere sui figli.
Mauro Floriani non ha distrutto solo una famiglia (apparentemente modello) ha rovinato anche una moglie devota, che l'aveva aiutato a far carriera. Ha sbagliato e ora tutti ne pagano le conseguenze. Ma è giusto così. Per carità, non invochiamo la privacy. Anzi, sbattiamoli in prima pagina.
Elio Domeniconi