Dovrebbe essere il punto di riferimento del Pdl, è l'unico deputato ligure. Ma da qualche tempo è scomparso

dalla circolazione.

Pare abbia prolungato le sue vacanze in Sardegna a catturare le cernie. Ma nessuno lo sa, non filtrano indiscrezioni.

Una cosa è certa: non si è più parlato di lui, né a Genova, né tanto meno a Roma. Forse aspetta che Berlusconi e Alfano si decidano a risolvere il problema-Liguria. Ufficialmente il coordinatore regionale è sempre Michele Scandroglio, che pure ha annunciato di essere tornato a fare l'imprenditore a Chiavari, basta con la politica.

Ad aumentare la confusione c'è il ritorno (improvviso) di Claudio Scajola, che con grande umiltà è tornato come attivista, raccoglie firme al banchetto.

L'ex ministro sembrava destinato alla rottamazione. Però aveva detto che si sentiva ancora troppo giovane per la rottamazione, pensava di avere ancora molte cose da dire (e da fare). Aveva annunciato di voler dar vita a un nuovo partito, che riunisse il centro destra in Liguria. Ma anche con diramazioni in tutta Italia. Quando era al potere la sua corrente poteva contare su una quarantina di parlamentari.

Ma dopo che non è più nemmeno al Parlamento, le cose sono cambiate. In sede nazionale non ha più un seguito perché tutti salgono sul carro dei vincitori. E in Liguria, nella sua Imperia, ha subito una sconfitta dietro l'altra.

Però si è sempre saputo che Claudio Scajola ha sette vite. E quindi vuole tornare. Si è reso conto che fondare un nuovo partito sarebbe stata un'impresa difficile e anche molto dispendiosa. E allora vuole trovare spazio nel Pdl e nella nuova Forza Italia.

Sandro Biasotti ora conta più di Scajola perché è ancora in Parlamento. Ma se ne sta zitto, non ha preso posizione nemmeno a favore di Berlusconi.

E allora? Il silenzio dell'onorevole Biasotti dovrebbe preoccupare chi ha a cuore le sorti del partito. Non sempre il silenzio è d'oro.

Elio Domeniconi

Tweet