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Vogliamo una Genova pulita e geniale

Susy De Martini

Ogni volta che sbarco trovo i muri e le strade di Genova sempre più imbrattati da sporcizia,

escrementi di cani inclusi, e da scritte e slogan lasciati come ricordo da persone che, nel nome di una presunta libertà di espressione, sembrano non avere alcun rispetto né per i luoghi pubblici né per le proprietà private.
Che cosa spinge giovani e meno giovani a lasciare traccia di sé sui pavimenti delle strade, sui muri o qualsiasi altra superficie raggiungibile da pennelli e bombolette-spray? Si tratta solo del desiderio primitivo di ‘segnare il territorio’ o vi possono essere radici psicologiche più articolate ?
Io penso che sia valida la seconda ipotesi, e mi fa piacere condividere con voi i miei pensieri.
Nel 1946 Melania Klein ha identificato il meccanismo psicologico cosiddetto  ‘dell’identificazione proiettiva’. Che significa in parole semplici?
La Klein scomoda le cosiddette modalità sadico-anali (sic) e spiega come fra le esigenze umane vi sia l’espulsione delle sostanze ‘pericolose’ dall’interno del sé all’esterno. Perfetto. Forse anche un pochino banale!
Ma se è ovvio che un neonato non abbia il controllo dei suoi sfinteri e faccia i suoi bisogni ovunque, se non dotato di pannolini, per i cosiddetti adulti il discorso dovrebbe cambiare.
Gli escrementi dei bambini sono paragonabili alle ‘parti cattive del sé’ negli adulti. Queste pulsioni aggressive diventano allora strumenti lesivi. L’ottica è questa: “io sporco e quindi mi vendico di chi non mi sa accudire correttamente” sia esso madre/padre, moglie/marito o ambiente che mi circonda.
Nel caso di chi sporca  strade o muri cittadini quell’atto rappresenta un mezzo che permette addirittura di controllare, modificandolo, l’ambiente e quindi di impossessarsene, almeno in parte! Ma cosa differenzia gli imbrattatori da quelli che i muri, i cassonetti, le macchine posteggiate o peggio le persone, invece di sporcarli  li distruggono?
Tutto dipende dalla dose di sadismo che si portano dentro: chi si porta dentro una dose di sadismo più intensa tende a distruggere l’oggetto - in casi estremi ad ammazzare il partner o a distruggere un bene comune - chi invece è portatore di una dose di sadismo ‘meno intenso’, tende a impossessarsi dell’oggetto, imbrattandolo a suo piacimento.
Vogliamo vedere qualche positività fra tanta sofferenza meschina?
Certamente! E qui appare l’altra faccia della medaglia: il concetto di ‘narcisismo’, che è tipico di persone simili a quelle descritte ma che possono presentare  anche tratti di grande Genialità. Qual’è il confine fra meschinità e genio?
Il genio appare laddove il massimo del desiderio è non tanto superare un divieto, bensì superare l’impossibile. Ovviamente i limiti del divieto, e dell’impossibile, possono essere i più svariati: dalle imprese dei grandi esploratori o condottieri, alle opere  degli artisti più  ispirati, spesso trasgressivi, o alle invenzioni degli scienziati più geniali.
Genova, e la Liguria hanno da tempo perso le grandi personalità, forse si anche un po’ pazze e narcise ma geniali. Dove sono finiti Andrea Doria, Paganini, Cristoforo Colombo, Bixio o Garibaldi per arrivare a Rinaldo Piaggio, Durand de la Penne e De Andrè ?
A parte Renzo Piano ci sono rimasti solo  i piccoli ‘narcisi dei poveri’. Urge correre ai ripari.

Susy De Martini

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