Giorno del Ricordo, Buccilli: “Conoscere la storia e mantenerla viva”
Il Giorno del Ricordo è la solennità civile istituita da una legge dello Stato (la n. 92 del 30 marzo 2004) al fine di perpetuare nella memoria la tragedia degli italiani vittime delle foibe e dell'esodo forzato dalle loro terre d'origine (l'Istria, la Dalmazia, la Venezia Giulia, il Quarnaro), oltre il confine orientale.
Perché tragedie come queste non abbiano a ripetersi, è necessario conoscere la storia e mantenerla viva.
L'insidia maggiore è quella di negare la memoria attraverso l'ignoranza colpevole, il parossismo suprematista, l'indifferenza.
Il rigore nella ricostruzione dei fatti, il pieno recupero della sensibilità democratica, la crescente e reciproca volontà di ricomporre un tessuto sociale così brutalmente disarticolato hanno reso l'Italia e la Slovenia un esempio tangibile di come sia possibile guardare a un orizzonte condiviso, nella comune appartenenza alla famiglia europea.
Oggi quella che separa Italia e Slovenia non è più una linea di confine divisiva: è tornata a essere un elemento di raccordo e collaborazione; un punto di incontro e aggregazione, di formazione e circolazione di idee.
Lo testimonia il fatto che Gorizia e la "gemella" Nova Gorica abbiano avanzato di comune accordo la loro candidatura e siano state proclamate insieme come Capitale europea della Cultura per l'anno 2025.
L'obiettivo del titolo onorifico conferito ogni anno a due città appartenenti a Stati diversi dell'Unione è proprio quello di tutelare la ricchezza della cultura del vecchio continente, per valorizzarne le caratteristiche e sviluppare l'indotto economico.
Gorizia è una città piagata dalle ferite della storia.
Dopo la prima guerra mondiale, quando divenne italiana, Gorizia fu progressivamente obbligata a rinunciare a quelle caratteristiche di pluralismo etnico e culturale che l'avevano qualificata come una delle più autorevoli espressioni del mondo mitteleuropeo.
Nel 1947, la cortina di ferro imposta dalla guerra fredda la tagliò letteralmente a metà; un pezzo della città passò alla Jugoslavia e acquisì la denominazione di Nova Gorica.
La designazione di Gorizia-Nova Gorica quale Capitale europea della Cultura, per di più nell'anno in cui ricorrerà l'ottantesimo anniversario della fine del secondo conflitto bellico mondiale, assume un significato altamente simbolico.
Insieme a loro è stata prescelta Chemnitz, città tedesca completamente distrutta dai bombardamenti aerei negli ultimi mesi della guerra, finita poi sotto la giurisdizione della DDR e rinominata Karl Marx Stadt.
Solo dopo il 1990 riacquistò l'antica fisionomia urbanistica e l'originale denominazione.
Attribuire evidenza alla designazione effettuata dalla Commissione Europea a favore di queste città, proprio nel Giorno del Ricordo, equivale ad affermare un forte messaggio di riconciliazione, di convivenza, di pace.
Gian Luca Buccilli
Capogruppo di Civica in Comune a Recco