E’ morto Beppe Piroddi, l’amateur genovese che non voleva essere chiamato playboy
“Ho vissuto da amateur, ma non dovete confondermi con un playboy o con un dilettante. Dalle donne agli affari, l’amateur agisce sempre per amore, segue il suo istinto senza pentirsi mai, capace di mandare tutto all’aria per un dettaglio sbagliato”. Così Beppe Piroddi si descrive nel libro ‘L’Amateur’ (Mursia editore), la sua biografia raccontata dal giornalista Gigi Moncalvo.
Nato a Genova nel 1940, figlio del medico che inventò la dieta mediterranea, Piroddi a vent’anni diventa l’uomo-oggetto delle signore più in vista della società genovese. L’ingresso nel jet set internazionale avviene a metà degli anni Sessanta grazie all’incontro con l’attrice francese Odile Rodin, anche lei rimasta attratta dal fascino del giovane.
“Era lo zio di mia moglie Roselin Pescetto. L’ho conosciuto con Gigi Rizzi, aveva una bellissima Mercedes Pagoda che gira ancora a Genova, adesso il proprietario è un mio amico”. Così lo ricorda il notaio dei vip Federico (Riki) Solimena che aggiunge: “Piroddi è stato anche un grande imprenditore: ha gestito i locali e le discoteche più belli d’Italia”.
Sempre immortalato nei luoghi più esclusivi del divertimento mondiale accanto a donne bellissime, come Brigitte Bardot, Kirsten Gille e Jacqueline Bisset, e a uomini potenti, i Kennedy, gli Onassis, i Casiraghi, gli Agnelli, Piroddi è stato tra i protagonista, assieme all’amico Gigi Rizzi, della Dolce Vita italiana più sfrenata. Ma la visione romantica e il piacere di gioire in ogni occasione lo hanno reso unico.
“L’amateur è capace di fare un lungo viaggio solo per vedere una donna o per cenare in un ristorante dove servono il migliore foie gras che conosce. L’amateur cerca il piacere, non attraverso la quantità di denaro che spende, ma attraverso la qualità delle cose che ama possedere. L’amateur non segue le mode, le inventa”.
Questo era l’Amateur.