La pigrizia degli imprenditori
Imprenditori genovesi pigri? Forse è in parte vero, ma va detto che siamo in buona compagnia con una classe dirigente
che fa molto poco per esaltare e stimolare le eccellenze presenti nel territorio.
Politici in continua campagna elettorale e quindi troppo distratti dalle vicende di palazzo per voltarsi a guardare come vivono gli imprenditori e quali sono i loro reali bisogni, molto più inclini a fare proclami contro i precedenti governanti nel caso di improvvise crisi aziendali e/o dismissioni di attività poiché lo spettacolo must go on e quindi una dichiarazione giornalistica vale molto di più di un incontro privato tra imprenditori che soffrono e addetti ai lavori.
Come imprenditore di lungo corso posso dichiararmi totalmente insoddisfatto di come la politica locale ha gestito il rapporto con le imprese in questi ultimi venti anni, soprattutto con quelle piccole e piccolissime che sopravvivono all’ombra della Lanterna grazie alla indefessa dedizione dell’artigiano o del commerciante ma totalmente sconosciuti ai vari assessori seppur molto bene in evidenza da parte dei gabellieri di stato.
La domanda che sempre più frequentemente sento ripetere ai miei sventurati colleghi è se ancora valga la pena di sacrificare la propria esistenza per aprire botteghe che hanno smesso da tempo di generare profitto e questo è un segnale di una gravità enorme che ancora non è stato intercettato dalla politica di apparato.
Chi può chiude, cosa non facile oltre che estremamente dolorosa, chi ha risorse sufficienti e buone idee si trasferisce altrove.
E allora perché ci si sorprende se chi può farlo si limita a vivere di rendita di posizione? E’ proprio la politica che ci impartisce questa lezione, avete mai visto deputati o senatori grondare sudare per l’eccessivo impegno profuso nei banchi di Camera o Senato? Gli imprenditori sono molto duttili e tendono a riprodurre nel bene o nel male chi li rappresenta, se lo stato funziona e le regole sono chiare e applicabili per tutti essi saranno i primi a seguirle, se gli stimoli allo sviluppo e alla crescita trova dei buoni maestri in chi deve proporre gli indirizzi industriali, gli imprenditori faranno propri quegli impulsi e si attiveranno con grande entusiasmo, ma se allo scandalo del lunedì segue poi quello del martedì e del giorno successivo allora diventa molto difficile chiedere abnegazione a quella parte del paese che più di tutte ha pagato il prezzo di questa diabolica crisi economica.
Walter Pilloni