La commedia Merlo-Bianchi
Quel "pasticciaccio brutto" del porto di Genova non è ancora giunto all'epilogo. Ora si assicura che il presidente
dell'Autorità Portuale Luigi Merlo se ne andrà il 10 novembre. Speriamo che non ci siano altri rinvii, a Palazzo San Giorgio deve cominciare una nuova era.
Questa storia, che ha per protagonista il marito di Raffaella Paita, si è mai trasformata in una commedia. Degna della commedia dell'arte di antica memoria. Riepiloghiamola.
Tirreno Bianchi, come console della compagnia dei "carbunè" attacca, sulla stampa, Merlo sostenendo che non ha mai risposto alle loro istanze.
Dapprima Merlo risponde che non ha mai ricevuto nulla. Bianchi dimostra di averla consegnata personalmente al dirigente Sanguineri, uno dei tre collaboratori del presidente.
Allora Merlo cambia versione: sì, è vero: quella lettera mi era pervenuta. Ma non ho potuto prenderla in considerazione perché mancavano gli allegati con la documentazione, come prescrive la legge.
Meraviglia generale: la lettera di Tirreno Bianchi risale ai primi di maggio, ora (sino a prova contraria) siamo alla fine di ottobre. Possibile che in tutto questo lasso di tempo il dottor Merlo non abbia trovato cinque minuti per dire all'amico Tirreno Bianchi: guarda che se non mi mandi anche la documentazione non posso rispondere alla tua istanza.
E se non aveva tempo lui non poteva far fare la telefonata a uno dei suoi tanti scagnozzi?
Questo si chiedono tutti coloro che hanno a cuore le sorti del porto di Genova. Perché sembra proprio di assistere a una commedia. E gli attori non meritano certo applausi a scena aperta. Meritano solo bordate di fischi.
Elio Domeniconi