Lo sconforto degli operatori portuali
Si pensa alla riforma dei porti ma se ci si sofferma al piano delle opere dell'Autorità Portuale di Genova,
che verrà portato al prossimo Comitato Portuale, lo sconforto è il sentimento più diffuso fra gli operatori portuali.
Sono stati eliminati gli investimenti pubblici all'interno del bacino portuale di Sampierdarena, il cosiddetto progetto di ribaltamento a mare è monco: il presidente Merlo infatti non ha ancora ottenuto il piano industriale di Fincantieri. Verrà costruito un nuovo piazzale di circa 80 ettari sopra il quale non si sa ancora per quali attività verrà utilizzato.
Altra opera incompiuta è il riempimento Ronco Canepa al cui appello mancano ancora 16 milioni di euro le cui procedure di assegnazione dei lavori stagnano tra le scartoffie dell'ottimo avv. D'Aste.
Ulteriore opera incompiuta è la nuova calata Bettolo, ingolfata nella procedura legale e demaniale di affidamento al Consorzio Bettolo bisogna cambiare tutto: dai parchi ferroviari ai nuovi collegamenti viari. La conseguenza è che neppure calata Bettolo sarà pronta prima del 2020, come l'ampliamento del terminal Messina.
Persi definitivamente i finanziamenti per il sesto bacino di carenaggio si apre un enorme contenzioso con il Gruppo Alta Ponte Parodi che doveva realizzare il nuovo centro polifunzionale su Ponte Parodi. Piccolo dettaglio: in 7 anni e mezzo di gestione Merlo-D'Aste non si è ancora trovato il posto dove ricollocare i Rimorchiatori Riuniti e la società Santoro, i cui insediamenti sono ancora su Ponte Parodi.
Valore del contenzioso avanzato da Alta Ponte Parodi? 100 milioni di euro, questo il vero lavoro della gestione Merlo-D'Aste: fare lavorare gli avvocati.
Il nuovo piano delle opere che si appresta ad approvare il Comitato Portuale è un vero e proprio resoconto di finanziamenti persi e di opere inchiodate al palo e ingarbugliate nelle pastoie burocratiche.
Angelo Santo
(esperto di shipping)