Merlo non e' piu' Gigetto
Ora non solo i terminalisti ma tutti gli operatori dello shipping sono contro il presidente dell'Autorità Portuale.
Sparano a zero contro di lui. Lo invitano ad andarsene, a togliere il disturbo. Visto che ha deciso di bloccare tutto. Si rifiuta di concedere la proroga delle concessioni. Lascia onore e oneri al suo successore.
Aldo Spinelli l'ha sempre sostenuto: e durante la campagna elettorale aveva pure sostenuto sua moglie Raffaella Paita, se non altro per fare contento il suo amico Claudio Burlando.
Nell'ambiente dello shipping si dice che Spinelli aveva tanti motivi per essere riconoscente nei confronti di Burlando e quindi di Merlo. Ma ora lo scenario è cambiato. Luigi Merlo si è fermato, il segretario generale Giambattista D'Aste pure. A Palazzo San Giorgio dicono che ad agitarsi è solo Carena, ma ormai è un ex non ha potere.
Spinelli ha accusato l'ex amico Merlo di frenare la ripresa. Ha tuonato: "Gli altri scali hanno fatto i rinnovi, Genova è ferma! Tanti esperti sostengono che la legge permetterebbe a Merlo di prendere le decisioni chieste dai terminalisti. Ma Merlo si rifiuta. Lascia la patata bollente al suo successore.
Decisione probabilmente ben meditata e magari sofferta. Ma a questo punto ci si chiede: allora Merlo cosa resta a fare, per prendere lo stipendio?
Se davvero pensa che il suo compito è finito. Adesso deve essere il ministro Graziano Delrio a decidere il destino del porto di Genova, allora Merlo si dimetta, cerchi di anticipare la nomina del suo successore. Questo tira e molla non giova certo al nostro porto. I terminalisti (giustamente) non investono se non hanno determinate garanzie.
Il porto non può fermarsi perché Merlo, all'improvviso diventato più garantista dei garantisti, ha deciso di fermarsi. Se vuole tornare ad essere l'amico Gigetto, il presidente Luigi Merlo deve lasciare al più presto Palazzo San Giorgio. E stavolta sul serio. E soprattutto definitivamente.
Le accuse di Aldo Spinelli sono le accuse del mondo dello shipping.
Elio Domeniconi