Merlo ha scritto al Corriere
Il presidente dell'Autorità Portuale di Genova ha inviato una lettera al Corriere della sera con le sue considerazioni
personali sulla regia comune dei porti.
Il presidente del Consiglio ha annunciato un "masterplan" per il rilancio del Sud.
Ernesto Galli della Loggia richiama alla necessità di una vera e diversa presenza dello Stato e della sua macchina ("Le parole del sud che nessuno dice serve una rottura", Corriere 9 agosto).
Per la portualità, che Renzi ha individuato come asset di sviluppo, urge coniugare le due posizioni, come del resto intende fare il ministro Delrio con il suo piano per la portualità.
Per prima cosa occorre subito una presenza maggiore e migliore dello Stato. Il mercato più globalizzato, quello della circolazione di merci e persone, non può essere lasciato governare da enti inutili (il caso clamoroso dell'autorità portuale di Manfredonia) e da rendite di posizione locale.
Occorre una selezione delle opere perché ancor oggi sono incorso ingenti investimenti su infrastrutture che rischiano di rimanere inutilizzate: penso alla nuova piattaforma ad Agusta, mentre Napoli perde traffici per ritardi nei dragaggi e per una governance che evidenzia la necessità di immediati interventi normativi.
Il primo passo deve essere un'azione di regia del governo insieme alle regioni interessate, che dovrebbero rinunciare a qualche campanilismo e a qualche nomina.
Serve una pianificazione unitaria, non una suicida concorrenza fra gli scali come avviene oggi. Prendere atto che non c'è uno spazio per più di uno o forse due porti di "transhipment", riconoscendo e rinforzando il ruolo leader di Gioia Tauro e dotandolo di strumenti adeguati per combattere la concorrenza del nordafrica.
Quindi concentrare sul sistema Napoli-Salerno la funzione di porti di destinazione finale per il bacino di riferimento.
Rafforzare e unificare la portualità pugliese, per far crescere il traffico con l'altra sponda dell'Adriatico. Bisogna evitare però di pensare a un'azione "salvifica" della portualità, perché l'export è legato alle presenze industriali e l'import dipende strettamente dai consumi.
Si può puntare sui passeggeri, sugli investimenti per nuovi traghetti, moderni e a propulsione alternativa che ridurrebbero i costi del trasporto.
Va colta la grande opportunità del settore crociere: a seguito degli atti di terrorismo e la grave instabilità nord-africana, la centralità dei porti può crescere.
Va poi costruito uno "sportello per gli investimenti", affidabile interlocutore dei grandi operatori mondiali, che dia certezze sulle politiche fiscali, agevoli la loro presenza anziché penalizzarla, che percepisca i continui mutamenti del mercato.
Dal mare e dalla sua economia l'Italia e il Sud possono ripartire.
Luigi Merlo
presidente Autorità Portuale di Genova