Maresca presidente del porto
Gli esperti del settore non hanno dubbi: Maurizio Maresca vuole diventare presidente del Porto di Genova.
Vuole essere lui a prendere il posto di Luigi Merlo, che ha le valigie pronte. Chi è dentro alle segrete cose di Palazzo San Giorgio, lo deduce da tante cose.
-Maresca è stato presidente del Porto di Trieste, e non ha mai nascosto il desiderio di avere quella carica a Genova. Ci tiene a fare il profeta in patria.
-Quello che ha pubblicato sul Secolo XIX non è un articolo, è stato definito "una lettera", segno che non gliel'ha chiesta la direzione, l'ha mandata lui di sua spontanea volontà, con la speranza che venisse pubblicata (il che è regolarmente avvenuto perché il "Secolo XIX" per tradizione, non vuole inimicarsi i possibili potenti).
-Non è da escludere che il direttore Alessandro Cassinis si sia consultato con il suo informatissimo redattore Giovanni Mari, da tempo prestato, con regolare aspettativa, a Palazzo San Giorgio.
-Maresca si è sempre definito di sinistra. Aveva meritato la presidenza del porto di Trieste (per altro misteriosamente lasciata prima della scadenza naturale del contratto) anche per questa sua collocazione politica.
La sindaca del centrosinistra Marta Vincenzi l'aveva nominato suo consulente personale per la portualità, ma anche questo sodalizio (chissà perché) era durato poco.
-Nella lettera (definita "personale") Maurizio Maresca scrive: "Sono molto contento che il Governo e la Regione Liguria abbiano avviato una collaborazione così importante sul tema delle infrastrutture di transito nel segno dei mercati, della trasparenza e della libera concorrenza".
-Nei confronti del neo Governatore Giovanni Toti ci sono solo sviolinate, segno che si vuole meritare anche la sua benevolenza.
-Maurizio Maresca aveva tanti modi di qualificarsi, poteva vantare anche la docenza universitaria. Invece ha preferito definirsi "consulente economico di Matteo Renzi". Come a dire: sono nello staff del premier. Se Toti fa il mio nome, il ministro Graziano Delrio mi nomina all'istante.
Insomma, un'autocandidatura in piena regola.
Ma Giovanni Toti se la sentirà di gettare a mare l'autocandidatura del centro destra, quella dell'onorevole Sandro Biasotti?
Vedremo come andrà a finire.
Elio Domeniconi