Zorba il greco
Ciò che sta accadendo in Grecia, con la conseguente attesa ansiosa per l'esito del referendum,
mostra ancora una volta ed in tutta evidenza, com'è stata costruita male questa Europa, pur di per se idea bellissima, e quanto sia da modificare prima che la sorte greca venga seguita da altre nazioni, non potendo assicurare esclusa neppure la nostra. Necessità che vedono tutti tranne il politburo che governa il continente fatto da banchieri, politici in buona parte asserviti a poteri vari, forti e meno forti, tecnocrati, burocrati. Un gruppo che discute su tutto tranne che su ciò che conta per la vita degli europei comuni, che dall'Unione speravano maggiore benessere, libertà di movimento ed opportunità. Obiettivi falliti quasi tutti tanto che, oggi, la domanda è: cos'è l'Europa e a cosa serve? Lo scrivo con rammarico e tristezza, visto che sono stato europeista della prima ora, decenni fa, entusiasta e convinto. Quella che ho ora davanti è invece l'Europa delle carte, delle prese elettriche da mettere a norma, degli impianti di varie utenze unificate e delle quali nessuno comprende la logica e neppure l'opportunità. Potrei scrivere un romanzo di inutilità normativa continentale mentre l'economia (un insieme di Stati possente che avrebbe dovuto insidiare la potenza Usa) non esiste né appare all'orizzonte. Anzi, mentre le economie della stessa Usa oltre che di Brasile, Cina, India e altri Paesi, pur con altalene e risentendo della crisi mondiale, stanno andando verso ripresa e persino il benessere, quelle europee (salvo alcuni Paesi “dominanti” in nome di che non si capisce) vanno malissimo. Del resto mettere assieme e soprattutto voler inquadrare alla stessa maniera economie diverse per storia e situazione come Grecia e Germania o Croazia e Francia, appare impresa che non occorre essere geni della finanza per capire che è complessa e persino quasi impossibile. E si potrebbe dire molto di come poteva essere gestito e fatto funzionare l'euro meglio di quanto sia stato fatto, ma limitiamoci a guardare a casa nostra ed al cambio scellerato uno a due. Un euro, quasi duemila lire. Ha dimezzato la nostra ricchezza, se poi aggiungete che lavoro e reddito hanno perso realmente, in questi ultimi quattro anni, un ulteriore 50 per cento, fare i conti diventa facile e significa che se avevamo cento oggi siamo a 25. Ricchezza e povertà. A questo ci hanno condotto i geni del fine secondo - inizio terzo millennio che sospettiamo abbiano agito sotto influsso di megalomania e delirio di onnipotenza, intanto poveri siamo diventati noi; loro sono crisi-esenti, ben pagati dall'Europa che gli rende merito ogni mese con stipendi che le gente comune vorrebbe avere in un anno e ne sarebbe felice. Nella foto quel magico attore di Anthony Quinn che gli esperti di cinema mi assicurano interpretò a meraviglia Alexis Zorba, greco di mezza età, pieno di vitalità e innamorato della vita. Magari vivesse oggi ad Atene il suo umore non sarebbe lo stesso. Auguri Europa!
Dino Frambati