Dopo l'inverno e' tornata la primavera?
Dopo l’eclissi è tornata la luce e dopo l’inverno è tornata la primavera. Evoluzione eternamente simile
a se stessa e che, da sempre, indica come, passata la brutta stagione, si spera arrivi quella “bella”. Senso della vita e del tempo che ispira meditazioni e pensieri e ricorda i poeti antichi che descrivevano, cronisti antesignani, l’evolversi della natura. Con primo pensiero a noi uomini tecno e quasi schiavi di pc e cellulari. Imponiamoci di avere ancora quel guizzo di gioia di stare in simbiosi con la natura, quando il cielo si apre all’azzurro e gli indumenti che indossiamo ci fanno caldo. E’ primavera appunto e nulla potrà mutarlo. Certo oggi il cielo è grigio sulla nostra Genova, ma il calendario indica 21 marzo, San Benedetto day. Ma se l’animo ci induce a queste sensazioni, l’intelletto ci porta subito a meditare come va il mondo. Al raccapriccio delle stragi di Tunisi, dello Yemen, alla guerra al mondo dichiarata dal califfo che, dopo i 137 morti della strage yemenita, urla al pianeta che è soltanto l’inizio. Terrore ed odio che fanno inorridire chi ama la vita e non la cultura della morte, della distruzione. Non voglio proporre alcun cenno politico in questo editoriale di oggi ma solo sentimenti in libertà che, sono certo, sono condivisi dai più. Noi, uomini e donne contemporanei, sbigottiti da questo ritorno a Crociate e Medio Evo e tristemente consci di come “homo homini lupus”. Ieri, oggi, sempre purtroppo. Se esiste il bene, tanto, con esempio i missionari, il male persiste, non molla. E poi si pensa a scandali e crisi; ci si domanda perché uomini ricchi e di potere, già benestanti per emolumenti e carica, debbano cadere nelle meschinità del furto, dell’intrallazzo, della corruzione. Vergogna! Urliamolo forte perché se la maggior parte degli italiani avesse gli stipendi di quegli eccellenti che sono finiti nell’occhio del ciclone di inchieste per ruberie, farebbe salti di gioia e vivrebbe stra-bene. Ed infine questa crisi cattiva e tenace che ci avvinghia ormai da anni e ci sta piegando, distruggendoci nel nostro benessere e trasformando i benestanti in indigenti. Lo abbiamo scritto più volte e ne siamo convinti: è dura ma non dobbiamo rassegnarci però. Se non cambia sarà catastrofe sociale e non può esserlo perché il mondo deve proseguire, andare avanti, creare un futuro per le generazioni che verranno, come hanno fatto i nostri padri e genitori. Convinciamocene nel primo giorno di primavera: che primavera sia davvero, in tutti i sensi. Inizio di nuova e bella stagione.
Dino Frambati