Verso la poverta'
Mi ero illuso, e con me milioni di italiani, che un governo tecnico, super parters, non condizionato
dal voto politico, avrebbe raddrizzato l’economia del paese e migliorato la percezione che di noi avevano l’Europa e i mercati finanziari. Solo un governo di quel tipo poteva veramente farci uscire dalla palude in cui eravamo sprofondati per poi consentirci di ripartire con regole e comportamenti più avveduti.
Ci ho creduto sino a quando non sono state proposte, e purtroppo votate dal parlamento, quello si, ancora condizionato dalle logiche di palazzo, le prime leggi economiche.
Mentre i mesi passavano e si iniziava ad intravedere il lavoro del governo, si è potuto capire che questa non era la medicina adatta per risollevarci dalla crisi, anzi era proprio il contrario di quello di cui il paese aveva bisogno.
Manovra dopo manovra, Monti ha migliorato la credibilità del paese ma ha distrutto l’economia in maniera irreparabile, peggio: ha distrutto una classe imprenditoriale che già non vedeva ricambio all’orizzonte. In un anno di manovre scellerate miopi e di breve respiro, agendo quasi esclusivamente sulla leva fiscale, ha annichilito il lavoro di generazioni di migliaia di piccoli imprenditori soprafatti oltre che dalla crisi internazionale, da pretese fiscali coercitive di una durezza inaudita.
Dopo un anno il bilancio è catastrofico, sicuramente peggiore rispetto ad un anno fa, infatti mentre lo spread scende aumentano i fallimenti, i disoccupati, i cassa integrati, i poveri. Grazie all’infaticabile lavoro della Fornero emergono addirittura nuove figure di disagio sociale, gli esodati e coloro i quali devono fare il ricongiungimento contributivo, situazioni addirittura paradossali oltre che ingiuste e punitive.
La tensione sociale è oramai palpabile e non lascia intravedere nulla di buono.
L’ indice di gradimento dei politici non è mai stato così basso, stante la situazione attuale nessuno crede più che una classe dirigente politica o tecnica possa farci uscire da questa spirale depressiva che sta consumando la poca ricchezza rimasta.
Il nuovo appuntamento elettorale ci metterà ancora una volta davanti alla nostra responsabilità di cittadini elettori, facile immaginare che il grado di astensionismo sarà pari o superiore a quello siciliano, tuttavia qualcuno prenderà più voti e si ricomincerà con la identica pantomima che ci ha condotto allo sfascio di cui siamo attoniti testimoni.
Mobilitiamoci, diciamo no a questo tipo di politica cialtrona fotocopia del passato rappresentata dalle stesse facce che offrono programmi sterili e fasulli come le motivazioni ideologiche che li spingono a mantenere i loro scranni con pervicacia animalesca.
Diciamo apertamente a costoro che non ci sentiamo più rappresentati da loro, invitiamoli ad andarsene e ad abbandonare il palazzo prima che scoppi l’incendio. Questo è un paese stremato, senza futuro e prospettive. Non illudiamoci che qualcuno possa fare il miracolo, i miracoli li fa il Padreterno ed è già molto impegnato altrove.
Walter Pilloni
imprenditore