L'Amt dei sindacati
Vincenzo Galiano, sul "Secolo XIX" ha dato una notizia choc: il Governo Renzi vorrebbe dimezzare i permessi sindacali,
ma non può. Infatti il decreto Madia si applica solo agli enti pubblici e non alle società controllate.
Così all'Amt le cose continueranno ad andare come sono sempre andate, cioè a schifio.
Come giornalista in servizio permanente effettivo mi è capitato di fare varie inchieste sul trasporto pubblico. E i vari dirigenti Amt interpellati mi hanno detto tutti la stessa cosa: l'Amt non poteva funzionare, i conti non potevano tornare per via dei sindacati che si opponevano ai vari provvedimenti a vantaggio dell'azienda. Ad esempio ci sarebbe stato bisogno di tot autisti nelle ore di punta e di un numero inferiore nelle ore di stanca, quando la gente è al lavoro. Ma guai a parlare di doppio turno, i sindacati si opponevano. Gli autisti Amt dovevano godere del turno unico. Perché quasi tutti avevano un doppio lavoro. Che andavano a fare dopo aver lasciato la rimessa.
Vicino a casa mia c'era un autista che doveva andare ben poco a guidare gli autobus perché era sempre a lavorare nell'autofficina di famiglia. Si servivano di quell'autofficina che evidentemente l'hanno coperto sino alla pensione. Un giorno suo padre, anche lui ex Amt, mi ha spiegato che con quello che prendeva dall'Amt suo figlio non avrebbe potuto pagare il mutuo per la casa, comprarsi l'automobile (un fuoristrada grigio, ricordo) andare in vacanza eccetera eccetera. Quindi lo stipendio dell'Amt gli serviva come sicurezza e per la pensione, al resto provvedeva con l'autocarrozzeria.
Un tempo chi lasciava l'autobus per imboscarsi negli uffici, continuava a guadagnare la stessa cifra, indennità comprese. E un autista dopo 5 anni di onorato servizio poteva chiedere di andare a riposare in qualche ufficio perché lo stress della guida gli aveva rovinato il fegato.
Quindi: sempre meno autisti in campo e sempre più sedentari in ufficio. Una sproporzione incredibile. E i direttori non potevano farci nulla, erano nell'impossibilità di prendere provvedimenti da capitani d'industria. L'Amt era in balia dei sindacati. Che operavano tranquilli perché sapevano che tanto c'era il Comune a ripianare il deficit.
Sempre l'ottimo Galiano ha intervistato un sindacalista che conta 17 distacchi sindacali e 32 mila ore di permessi. Uno che è in distacco sindacale dal 1996, la bellezza di 18 anni. Però ha tenuto a precisare che è in azienda da 36 anni. Per 18 anni ha guidato gli autobus, per gli altri 18 ha fatto il sindacalista a tempo pieno. E nel frattempo è diventato quadro "Esistono norme - ha spiegato - che garantiscono la ricostruzione delle carriere dei lavoratori in distacco: si cresce di livello anche facendo attività sindacale".
Nel frattempo, particolare importante, sale anche il deficit. Ma chissenefrega. Tanto paga Pantalone...
Elio Domeniconi