Il mercato immobiliare punta ad oriente
Segno tangibile della grave crisi che opprime la città è il numero crescente degli avvisi di vendita
a seguito di dismissione o chiusura di attività commerciali o artigianali. L’unico elemento di novità è dato dal fatto che numerosi cartelli sono oramai scritti in due lingue, italiano e cinese.
Sempre più operatori affidano le loro speranze all’acquirente orientale, del quale si favoleggia essere sempre liquido e disponibile.
“Mi stupisco che ci si stupisca - ci dice un imprenditore genovese - oramai la crisi ha raggiunto ogni strato sociale e imprenditoriale. L’esagerata pressione fiscale su imprese e immobili scoraggia qualunque scatto in avanti e nessuno si avventura in imprese che non siano basate su business fortemente consolidati. Se è vero che i cinesi hanno volontà e risorse non ci resta che affidarci a loro e pagare le imposte sugli immobili utilizzando i loro denari o tenere i locali chiusi. Preso atto della situazione attuale non mi sembra che ci siano alternative”.