L’esempio di Repetto
Il presidente della Fondazione Carige Flavio Repetto, che a questo punto può anche andarsene con quasi tre anni
di anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato (2016), ha spiegato che può lasciare perché "la Fondazione è risanata".
In realtà il "cavaliere del cioccolato" se ne va per la sfiducia di ben 17 consiglieri. Gli ha voltato le spalle anche il vicepresidente Pierluigi Vinai, che era il suo pupillo. Anche lui amministrava la Fondazione da padre-padrone, come faceva Giovanni Berneschi con la Banca.
Ora si è scoperto che usava la Fondazione per fare favori (e che favori!) agli amici e agli amici degli amici.
Finché non si è messo a fare la guerra a Berneschi, tutto andava bene madama la marchesa. L'unico che in assemblea osava prendere la parola per contestare il loro operato era Luigi Barile. Siccome è anche un produttore di grappa (e che grappa!) la buttavano in scherzo, dicendo che forse ne aveva bevuto troppa. In realtà Barile è anche un apprezzato commercialista e parlava con l'esperienza del revisore dei conti.
Tutti gli altri se ne rimanevano zitti e con il loro silenzio avallavano l'operato di Banca e Fondazione.
Poi Repetto ha voluto recitare la parte del moralizzatore: ha buttato fuori Berneschi, poi Berneschi ha fatto fuori lui.
A questo punto entrambi sicuramente si pentiranno di non aver dato retta a Claudio Scajola, che aveva tentato una mediazione. Avevano rifiutato di far pace. E così hanno perso la guerra.
Elio Domeniconi