Festival di Limes, 8500 presenze agli incontri con la politica internazionale
Sono stati 8.500 i partecipanti alla XI edizione del Festival di Limes che anche quest’anno è tornato a Genova con il tradizionale appuntamento di Palazzo Ducale: tre giorni (dal 10 al 12 maggio) di incontri dedicati ai temi salienti dell’attualità geopolitica con esperti italiani e stranieri.
Fine della guerra. La Politica senza fine sabota la geopolitica, questo il focus dell’edizione 2024, in cui la parola “fine” è applicata sia al maschile che al femminile. Le guerre attuali sono condotte senza scopi strategici né limiti di spaziotempo, ma con un approccio a-strategico e totalizzante all’uso dello strumento militare, pericoloso perché incurante degli effetti che produce.
È stato un intenso week end iniziato venerdì mattina con il programma dedicato agli studenti. I confronti, moderati dal direttore Lucio Caracciolo e dagli altri esperti della redazione, sono proseguiti con il consueto coinvolgimento di un pubblico molto interessato agli argomenti toccati.
“Questa undicesima edizione del Festival di Limes – commenta il curatore della rassegna e direttore della rivista Limes, Lucio Caracciolo – credo che sia stata, se non la più riuscita, una delle più riuscite. Innanzitutto, perché è entrata in un tema che ci riguarda ormai quotidianamente, quello del nostro rapporto con la guerra. E poi perché lo ha fatto incrociando punti di vista molto diversi, italiani e internazionali, secondo il nostro precetto per cui noi non stiamo qui a distribuire verità, ma a raccogliere testimonianze”.
Tra i relatori: Stephen Wertheim, Francesco Giavazzi, Marco Follini, Henry Huiyao Wang, Łukasz Adamski, Fulvio Scaglione, Abdolrasool Disvallar, Meir Elran, Fabio Mini, Magnus Christiansson, Michael Lüders, Pierre-Emmanuel Thomann, Ettore Sequi, Virgilio Ilari, Mario Giro, Gildas Lemarchard, Tal Pavel.
Le tre giornate del festival è stata accompagnata dalle mappe della mostra cartografica Linee spezzate. Vecchi e nuovi confini di Laura Canali.