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Ruffo Caselli

Ruffo Caselli

L’esistenzialismo cibernetico del pittore di Ovada - di Diana Bacchiaz

 

Ruffo Caselli, il pittore ovadese considerato un caposaldo del cosiddetto Esistenzialismo Cibernetico. Ruffo Caselli da anni dipinge robot fatti di microchips, in ossequio alla sua visione dell’umanità che sembra comandata da programmi.

"Già da piccolo - spiega lo stesso Caselli - mi insegnarono che Leonardo aveva previsto terremoti, sollevamenti della terra, mi sono, e lo dico umilmente, identificato con il suo pensiero al punto di voler, con il dovuto rispetto, continuare silenziosamente la sua opera. Qualcuno ha forse pensato che fossi matto. Ogni mia tela è una "invenzione" se vogliamo, naturalmente nel mondo dei sogni nel quale un artista si muove a suo agio: una invenzione per migliorare qualcosa, ma soprattutto un programma mentale da assegnare ad un "robot".

L’artista Ruffo Caselli, noto come il fondatore della corrente artistica ‘Esistenzialismo Cibernetico’, vive e lavora a Ovada, in provincia di Alessandria. Negli ultimi anni la sua pittura ha riscosso grandi successi anche oltreoceano ed è stata apprezzata come testimone di una nuova estetica: recentemente, negli Stati Uniti, è stata oggetto di dibattiti e conferenze in prestigiose scuole d’arte, a cui hanno partecipato esponenti dell’arte e della cibernetica. Dice di Ruffo lo scultore Edmond Qushku di New York, studioso dell’Esistenzialismo Cibernetico: “Ruffo è il profeta della Cibernetica. Nella sua pittura possiamo vedere il codice del ventunesimo secolo espresso in linguaggio tecnologico. Sulle sue tele, i temi della cibernetica vengono presentati con immagini e metafore che sintetizzano un cammino che va dall’antico Egitto fino al futuro.

Cinquant’anni fa, Ruffo aveva iniziato a dipingere uomini-macchina, robot rassomiglianti agli uomini, ponendosi molte domande esistenziali. Erano le stesse domande che il matematico americano Norman Wiener, il fondatore della Cibernetica, si poneva negli anni cinquanta. Weiner diceva: “Le macchine imitano il comportamento umano”. Esattamente alla stessa conclusione era arrivato, in arte, Ruffo Caselli. Cibernetica, dal greco Kybernetic, significa letteralmente arte del timoniere. Il dizionario dice: Cibernetica: ramo sviluppatosi nella scienza pura ed applicata, che studia la trasmissione dei segnali di comando e di controllo nei circuiti elettrici, nei sistemi meccanici e anche negli stimoli degli animali. “Nei nostri giorni - dice Ruffo - assistiamo ad uno scambio sempre più veloce di informazioni, di idee e di pensieri. La tecnologia, nell’ultimo mezzo secolo, ha rivoluzionato la maniera di relazionarci: la relazione uomo-macchina è cambiata; la relazione uomo-uomo è cambiata. Le macchine assomigliano sempre più a noi, vengono costruite a nostra immagine e somiglianza, e noi assomigliamo sempre più a loro, siamo mutanti. Allo sviluppo tecnologico - aggiunge con tristezza - non corrisponde un equivalente sviluppo spirituale. Gli umani, come le macchine, non sono capaci di atti di generosità o di altruismo, ecco perché dipingo spesso microchips angolose all’interno delle mie figure dal cuore di silicio”. Sono proprio quelle figure eleganti, frutto di amare considerazioni e geniali intuizioni che sono state capite e apprezzate dalla società cibernetica, un gruppo formato da matematici, scienziati, intellettuali e collezionisti d’arte che hanno presentato le opere di Ruffo Caselli a vari prestigiosi simposi in America. Ne discutono ai convegni e su internet: la associazione per lo studio della Cibenetica propone nel sito: www.cyberneticexistentialism.com una carrellata delle opere più significative dell’artista di Ovada che ha fondato la scuola pittorica dell’Esistenzialismo Cibernetico. 

Mostre in tutto il mondo nei suoi novant’anni di vita da New York a Buenos Aires, solo successi.

Due grandi tele dell’artista Ruffo Caselli, noto come il pittore dei microprocessori, sono entrate a far parte della “collezione permanente” del National Arts Club, il più importante e prestigioso club d’arte di New York. Le opere, una commemorazione dell’11 settembre 2001, erano state esposte ad una mostra dedicata ai poliziotti e ai vigili del fuoco di New York e messe all’asta di beneficenza, assieme ad altri dipinti di noti artisti contemporanei americani.

Le tele di Caselli hanno riscosso vasti consensi da parte di un pubblico raffinato, composto dai più importanti galleristi ed esperti d’arte in America e sono state acquistate dal presidente del National Arts Club, Aldon James, figura di spicco nel mondo dell’arte.

Il National Arts Club, la cui missione è quella di “Educare, stimolare e promuovere l’interesse per l’arte”, è stato fondato nel 1898 da Charles de Key, critico d’arte del New York Times, ospita importanti rassegne d’arte contemporanea, pittura, scultura, fotografia.

Fra i soci del Club: presidenti degli Stati Uniti, critici d’arte, intellettuali, artisti famosi, collezionisti d’arte internazionale. Nel 1976 il Governo Federale americano ha dichiarato la sede del National Arts Club, 15 Gramercy Park South, Edificio Storico Nazionale.

Ruffo Caselli, 74 anni, vive e lavora ad Ovada, in provincia di Alessandria.

In America è considerato uno dei più originali artisti contemporanei italiani. Alcune sue tele figurano nelle più prestigiose collezioni di Hollywood.

Dice di lui il gallerista Lennox Rennie: ”Ruffo Caselli è un artista assolutamente originale. E’ sempre stato fedele alla sua intuizione degli anni 50: le microchips, silenziose e sempre più piccole, sono in ogni aspetto della nostra vita”.

Dalla fine degli anni ’50 Ruffo Caselli inserisce circuiti integrati e microchips in ogni aspetto dell’esistenza: quei quadratini dipinti sulle sue tele sono diventati il suo segno distintivo, tanto apprezzato in America (Italia Estera).

Ma la sua grandezza la raggiunge in alcuni spettacolari “CRISTI” frutto di interiorizzazione sul cammino dell’uomo che riscopre il bisogno di trascendenza e di grande spiritualità, travalicando l’uomo robot senza anima, e nel ritrovamento finale della centralità  ed equilibrio finale.

Visitare il suo studio nel centro storico di Ovada è un evento emozionante e toccante, che in molti dovrebbero fare. Dialogare con questo stupendo anziano, che dopo una vita di grandi successi negli USA, in Argentina, in Corea, rimane a vivere nella tranquilla provincia dell’Alto Monferrato, dopo aver visitato la crudeltà dell’uomo nel terrorismo dell’11 settembre 2011.

 

Le opere

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