Elezioni, chi ha fatto lo sgambetto al senatore Sandro Biasotti?
In questa campagna elettorale, ne abbiamo viste di tutti i colori.
Mi ha colpito particolarmente la sconfitta del senatore Sandro Biasotti, battuto per una manciata di voti dal sindaco di Bogliasco Luca Pastorino.
A Biasotti mi lega un’amicizia di lunghissima data, anche se costellata da alcune incomprensioni che mi avevano molto addolorata. Fu infatti a causa di un “fuoco amico” che non fui eletta subito al Parlamento Europeo nel 2009 nelle file del PDL, allora unito, ma vi subentrai, quale prima dei non eletti, quando cadde il governo Berlusconi e due eletti a Bruxelles scelsero la via di Roma, candidandosi con il premier Mario Monti (Mauro e Albertini). Non fui eletta, proprio come Sandro ora, per una manciata di voti, perché da Berlusconi giunse l’ordine di votare in Liguria le candidate Licia Ronzulli e Lara Comi. E tutta la dirigenza del PDL si adeguò, compresi alcuni amici che oggi ricoprono importanti incarichi in altre formazioni politiche.
Ottenni comunque quasi 20.000 voti dai liguri che ancora oggi ringrazio di cuore, perché mi hanno consentito una esperienza internazionale importantissima, proseguita a Bruxelles per altri due anni dopo il mandato come funzionario del Gruppo ECR, del quale divenni anche rappresentante in Italia. In quella veste presentai al presidente del gruppo Giorgia Meloni, che ne è ora la apprezzata leader.
In quel ruolo, continuo ad occuparmi di affari europei nell’attivissima associazione dei Former Members, sia nella sede di Bruxelles che negli uffici di Washington del Parlamento Europeo. Mia la disanima sugli effetti della pandemia Covid in Europa sulla rivista del PE e un capitolo sul libro “Overcoming the Pandemic”, da loro recentemente pubblicato.
Provo dunque simpatia oggi per l’amico Sandro Biasotti che ritengo abbia subito, seppur con modalità differenti, lo stesso “fuoco amico”. Ragionando infatti sui numeri della sua sconfitta, avvenuta per soli 1.272 voti, e sulle preferenze ottenute dagli altri candidati nel suo stesso collegio, ritengo che a causare la sua esclusione dal Parlamento siano stati i voti confluiti su un candidato della lista Vince Genova di Marco Bucci e, come tale, visto dagli elettori come un candidato di centrodestra: il peraltro ottimo amico e imprenditore Davide Falteri.
Come tutti sappiamo, infatti, Matteo Renzi decise di appoggiare Bucci alle recenti elezioni comunali, inserendo nella sua lista civica nomi di spicco quali quelli di Mauro Avvenente (ora assessore) e di Davide Falteri (consigliere delegato). Forte del suo impegno personale e sulla spinta della vincente campagna a consigliere comunale del sindaco Bucci, Falteri ha infatti conquistato 17.920 voti (8,79%), sicuramente in parte sottratti a Sandro Biasotti.
Che dire? La vita e la politica sono ruote che girano spesso in modo imprevisto e imprevedibile.
Susy De Martini