Tursi: Pandolfo lascia, Crivello torna. Monta la polemica per le dimissioni tardive, ma la colpa è della talpa
Andare d’accordo non è semplice, mai. E gli attriti non mancano neppure all’interno del Partito Democratico, come dimostra la polemica esplosa ieri tra due esponenti di spicco del PD genovese, il neo deputato Alberto Pandolfo e il suo successore in Sala Rossa Gianni Crivello.
Tutto è iniziato con un post su Facebook dell’ex assessore comunale alla Protezione civile e candidato sindaco nel 2017. Nel suo intervento, Crivello ha condiviso un vecchio articolo di Genova3000 in cui Pandolfo lo tranquillizzava sulla copertura delle spese elettorali della campagna elettorale di otto anni fa. L’intento era chiaro: sottolineare il valore del rispetto delle persone e delle istituzioni, per poi lamentarsi delle dimissioni di Pandolfo (tanto attese da Crivello) che tardavano ad arrivare.
“Alberto Pandolfo, subentrando al dimissionario Andrea Orlando (che ha preferito il Consiglio regionale alla Camera dei Deputati, ndr) poteva dedicarsi con passione e competenza, caratteristiche a me ben note, al suo nuovo ruolo di parlamentare,” ha scritto Crivello sul social. Poi affonda il colpo: “La logica e il buon senso, indipendentemente dalla compatibilità dei due incarichi, potevano solo evitare, con le dimissioni di Pandolfo, di avere tutti i martedì una sedia vuota e un voto in meno nella sala Rossa!”.
Crivello ha inoltre evidenziato le ripercussioni causate dalla sedia vuota in Consiglio comunale, dove la maggioranza ha i numeri sempre più risicati: “Dal 7 gennaio ad oggi ci sono state tre assenze ai lavori consiliari. Le sue dimissioni mi avrebbero permesso di essere presente costantemente alle riunioni, garantendo il massimo impegno politico e istituzionale in queste settimane decisive prima del voto di maggio”.
Sarà per una strana coincidenza o per una pronta risposta sta di fatto che, a poche ore di distanza dal post, Pandolfo rassegna le dimissioni. “Mi ero ripromesso di lasciare il mio incarico in Comune solo una volta vista in funzione la talpa nel cantiere dello scolmatore del Bisagno. Purtroppo, i clamorosi ritardi nei lavori, frutto di un’amministrazione poco attenta e inefficace, hanno reso impossibile mantenere questo proposito”, ha spiegato il neo parlamentare.
Pandolfo ha poi difeso il proprio operato in Consiglio comunale: “Fino a venerdì scorso ho partecipato in Commissione, dove erano calendarizzate interrogazioni su temi a me cari, come i ritardi nei pagamenti agli operatori sociosanitari e le difficoltà del terzo settore. Il sociale è una delle questioni più trascurate dall’amministrazione Bucci-Piciocchi, ma dovrà tornare centrale nella prossima stagione politica”.
Alla fine, le dimissioni sono arrivate. Ma la sensazione è che l’episodio rappresenti l’ennesimo capitolo di una faida interna al PD genovese, in cui perfino una talpa, anche se di particolare importanza, diventa protagonista involontaria di un acceso dibattito politico.
La talpa dello scolmatore del Bisagno