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Chi andra' a Roma

Chi manderemo (o meglio manderanno...) a Roma? Perché la mia impressione è che, dopo tanti discorsi,

si andrà a votare con il vecchio sistema. E l'altra volta a decidere chi doveva andare a Montecitorio e chi a Palazzo Madama era stato Claudio Scajola, che in qualche caso se ne era pure pentito: non avrebbe mai immaginato che Enrico Musso e Gabriella Mondello si sarebbero buttati nelle braccia di Pierferdinando Casini.
La Mondello, se fosse rimasta nel Pdl, sarebbe stata rottamata. Con l'Udc spera di fare un'altra legislatura. Anche Musso ha detto che con Casini non ci sono problemi. Ma li ha sicuramente con Rosario Monteleone, che sta dimostrando di essere di un'astuzia diabolica. Ha imparato il mestiere nella vecchia Democrazia Cristiana. Come la Mondello e lo stesso Casini. Monteleone prima ha fatto fuori quelli che erano approdati nell'Udc prima di lui. Poi era riuscito ad arrivare addirittura al Parlamento. Gliel'aveva impedito proprio Casini che per vietargli Montecitorio aveva optato per il collegio di Genova. Non conosceva (e quindi non si fidava) quell'omone che porta le bretelle rosse come Giuliano Ferrara.
Musso ha cercato di ingraziarsi Monteleone e per le amministrative ha fatto includere nella lista Oltremare che, appena eletti, se ne sono andati e hanno formato la lista Udc in Comune. Non solo: l'immissione di questi due infiltrati ha impedito a Emanuele Basso e Giuseppe Murolo di tornare a Palazzo Tursi, dove avevano lasciato il Pdl per restare con lui (l'astuto Murolo, almeno, ha tenuto un piede in Fli, che però a Genova è quasi scomparsa (se n'è andato persino Gianfranco Gadolla che pure era legato a Gianfranco Fini, forse perché si chiamano entrambi Gianfranco.
Musso non ha potuto fare il consigliere comunale perché i colleghi si sono rifiutati di anticipare la seduta al lunedì, ma non ha voluto dare le dimissioni, cerca di capire cosa succederà.
Claudio Scajola dopo lo scandalo della casa romana con vista Colosseo e quello del proprio di Imperia sembrava bruciato. Invece pare sia tornato a galla, vuole riprendersi il comando del partito. Non avrà più al fianco Michele Scandroglio, le loro strade si sono divise da tempo. Ieri a La Spezia tutto il direttivo ha chiesto la testa di Scandroglio, l'unico a difenderlo è stato Gigi Grillo, uno dei veterani del Parlamento. Grillo nelle ultime legislature era stato mandato in esilio da Scajola, per questo si è avvicinato a Scandroglio. Tutti vorrebbero mandarlo in pensione (è tra i veterani di Montecitorio) ma lui cerca di resistere. Roberto Cassinelli e Sandro Biasotti non si sbilanciano, ma certo vorrebbero restare a Roma.
Però tutto è ancora così nebuloso. Tutti chiedono il rinnovamento. Ma poi si vedono sempre le stesse facce. Ci vorrebbe un rottamatore anche nel Pdl...

Elio Domeniconi

Nella foto: Rosario Monteleone

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