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Bar e ristoranti, Berrino: “in arrivo i bonus assunzionali”

Super User 25 Aprile 2020 894 Visite

"Quella del prossimo 28 aprile sarà una manifestazione fatta con grande dignità, rispetto delle regole imposte che io appoggio totalmente perché il turismo è il settore più colpito dall'emergenza sanitaria e allo stesso tempo anche il più trascurato dal Governo vista la permanente assenza del ministro Franceschini". Così l'assessore regionale al turismo Gianni Berrino in merito alla manifestazione che il prossimo 28 aprile avrà luogo in tante località liguri e italiane: alle 21 le luci di bar e ristoranti si accenderanno e, alla presenza dei soli titolari, verrà simulata un'apertura serale.

"La preoccupazione dei titolari, ma anche dei lavoratori dei pubblici esercizi, è comune a quella di albergatori, balneari e delle tante professioni legate in special modo al turismo - prosegue Berrino - Preoccupazione dovuta oltre al non aver nessuna certezza su quando la stagione potrà, almeno in parte, incominciare, anche alle regole che verranno messe per permettere le aperture. Come Regione faremo il possibile per dare risposte concrete, come già stiamo facendo per esempio con i bonus per aiutare le aziende ad assumere il personale necessario".

"All'inizio della settimana prossima, in accordo col presidente Toti, sarà convocato un primo tavolo di confronto con le categorie per la cosiddetta 'Fase 2'. Le regole e le limitazioni per forza di cose ci saranno - conclude l'assessore - ma dovranno essere di buon senso, non comportare spese esagerate e limiti insostenibili permettendo agli esercenti di lavorare e ai clienti di godere al meglio del loro aperitivo, della loro cena o della loro vacanza".

Festa della Liberazione, Toti: “è il 25 aprile della ripartenza”

Super User 25 Aprile 2020 997 Visite

"Su questo palco è come se la storia si fosse fermata. È il primo teatro che riapre sia pure con le necessarie regole di sicurezza. Non potevamo lasciare che Genova e la Liguria trascorressero un 25 aprile, cui hanno dato un contributo straordinario di umanità, generosità e sangue, senza celebrarlo. Lo celebriamo nelle case e in famiglia, separati fisicamente ma forse più uniti che mai nei valori, perché non credo che l'Italia abbia mai vissuto un momento simile" Lo ha detto il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti prima dell'inizio del Concerto della Libertà al Carlo Felice.

"Il coronavirus è tornato a infierire su quella generazione che ha fatto il 25 aprile e ci ha regalato questa libertà - ha proseguito - come se fosse una sorta di crudele nemesi storica. Ma oggi celebriamo questa giornata anche perché speriamo tutti che si chiuda una storia e se ne apra una diversa, ed è la ragione per cui vogliamo che la musica oggi accompagni con la sua armonia la nostra ripartenza. Ciò che abbiamo vissuto in questi due mesi, sia pure non paragonabile per storia e per dolore, non è poi così lontano da quei giorni di 75 anni fa: è una storia che ha unito il paese e questo è un momento importante per dimostrare che siamo degni della storia che abbiamo ereditato, di questo grande paese e del sacrificio che hanno fatto i suoi cittadini e lavoratori. Dobbiamo essere capaci di traghettare come allora l'Italia dalle macerie del 25 aprile, in cui finiva un periodo così buio, a qualche cosa di nuovo e di grande. Il Coronavirus non piegherà il nostro paese come non l'ha piegato la dittatura".

"Lunedì partiranno alcune misure molto attente e scrupolose per dare un po' di fiato alla nostra economia e alla nostra vita - ha detto Toti a margine della cerimonia al Ponte monumentale, prima di recarsi al Carlo Felice - gli italiani che stanno in casa ormai da due mesi penso che possano uscire a fare qualche passo, un po' di sport, fare qualcosa di buono per la propria salute che non è minacciata solo dal coronavirus ma anche dalla troppa immobilità. Alcune attività, come il take away, sono per gli esercizi economici un primo piccolo passo verso il ritorno alla normalità. Il cammino sarà lungo, ma è bene partire".

"Dobbiamo tenere d'occhio prudentemente la curva dei contagi - ha detto ancora in merito alle misure da prendere nei prossimi giorni a livello nazionale e regionale - che è uno dei criteri che sarà alla base della ripartenza; non dobbiamo smontare il gigantesco apparato sanitario che abbiamo messo in campo in questi giorni e che resterà a presidio della salute di tutti; saranno fondamentali l' educazione e la collaborazione dei cittadini all'uso dei dispositivi di protezione e ai comportamenti idonei. Conviveremo con il virus ancora per un po' di tempo, dobbiamo riuscirci senza che questo ci spinga alla disperazione e al crollo dell'economia, ma anche proteggendo noi stessi con comportamenti seri. L'Italia è un paese grande, densamente abitato, con tante diversità: dalle funivie della Valle d'Aosta ai vigneti di Pantelleria ci sono tante sfumature diverse. Occorre adattare regole comuni per tutti i cittadini a sistemi diversi che tengano conto della realtà territoriale. Con il Governo ci siamo confrontati ieri e continueremo a confrontarci in queste ore. È giusto che il Governo esprima delle linee guida nazionali, è altrettanto giusto che regioni e comuni le possano applicare adattandole a territori molto diversi".

 

L’attacco alla sanità ligure arriva dal re della grappa

Super User 25 Aprile 2020 2697 Visite

“Ho quasi 88 anni e tutte le malattie del mondo, mi manca solo l’Alzheimer. Questo però non vuol dire che se vado in ospedale devo essere assistito per ultimo, o addirittura non curato perché tanto…”. Luigi (Gino per gli amici) Barile, commercialista e produttore della famosissima grappa che porta il suo nome, non ci sta a essere messo in secondo piano dalla sanità, neppure al tempo del Covid-19.

Benché la sua esperienza sanitaria non sia stata una passeggiata di salute, Barile probabilmente è uno dei fortunati over 80 che hanno vinto il coronavirus.
“A metà febbraio sono stato undici giorni in terapia intensiva per uno scompenso cardiaco e inizio polmonite. Stavo malissimo, avevo sintomi simili a quelli causati dal coronavirus. Non so se l’ho contratto perché non mi hanno fatto il tampone ma, con il senno di poi, il dubbio mi è rimasto. Durante la mia permanenza in ospedale ho avuto alcuni problemi con il personale. E pensare che non era ancora scoppiata l’emergenza sanitaria”.
“In questi mesi - continua Barile - ho sentito notizie che mi hanno fatto nascere parecchie perplessità sull’operato dei sanitari nella gestione dei pazienti della mia età. Ho letto del cosiddetto “codice blu”, secondo il quale bisogna dare la precedenza di cura ai malati che hanno più probabilità di farcela. Malgrado l’età e le patologie, sono riuscito a portare la pelle a casa. Ma i tanti miei coetanei che sono morti? Allora ho deciso di andare fino in fondo per sapere se questa modalità di triage estremo sia stata veramente applicata nelle strutture ospedaliere liguri e, se sì, quale sia il discrimine tra chi abbia diritto di ricevere cure salvavita e chi no, se le esclusioni siano state applicate in base a valutazioni meramente discrezionali oppure per carenza di posti, mancanza a sua volta provocata da malagestione pubblica passata. Così ho raccolto un po’ di articoli di giornali, nei quali ci sono anche testimonianze di medici, e li ho inviati insieme all’esposto alla Procura”.

Non è la prima volta che Barile lancia denunce: era già successo durante alcune assemblee dei piccoli azionisti di Carige, dove più volte si era scagliato contro la gestione dei dirigenti della banca. Poi, come si sa, quelle accuse approdarono in tribunale. Per questo il commercialista di Certosa è considerato l’uomo-chiave di quella vicenda.

Ma del ragionier Barile si è parlato soprattutto per la sua grappa, per anni prodotta ma mai venduta per essere lasciata a lungo invecchiare. Nel 2000 fu il grande Luigi Veronelli a valorizzare il pregiato distillato che negli anni ha raccolto numerosi premi, compreso quello ricevuto a Londra come miglior grappa del mondo.

Pure Davide Rampello, l’autore della rubrica “Paesi e paesaggi” di “Striscia la notizia”, è rimasto meravigliato nel vedere Barile trasformare le aromatiche vinacce del dolcetto in grappa, utilizzando un metodo antico, basato su tempi e profumi, ormai quasi scomparso.

Nel 2001 la grappa Barile è stata scelta dalla Camera di Commercio di Genova per essere donata ai grandi della terra in occasione dei G8.

Nella storica distilleria di Silvano d’Orba, piccola frazione tra Ovada e Alessandria, per la “Festa della grappa” (giunta alla 24 edizione) vi sono approdati tanti personaggi, come il ministro Alberto Bonisoli, l’ex ministro Pierluigi Bersani e il “padre” di Slow Food Carlin Petrini. Ed ancora: Andrea Cosulich, Carlo Freccero, Moni Ovadia, Cinzia Monteverdi, Ferdinando Fasce e Flavio Gaggero. Tra i giornalisti premiati citiamo Virgilio Pronzati, Massimo Fini, Loris Mazzetti, Andrea Scanzi, Milena Gabanelli, Antonio Padellaro, Luca Telese, Massimiliano Lussana, Ferruccio Sansa, Luca Mercalli, Sigfrido Ranucci e Tomaso Montanari.
In una delle edizioni (era il 2011) alle quali ha partecipato Genova3000 l’ospite d’onore era don Andrea Gallo.

Don Andrea Gallo e Luigi Barile

“M5S vuole trasferire i pazienti covid sotto una tenda”

Super User 25 Aprile 2020 1056 Visite

“Subito i soldi per loro, per gli italiani c’è tempo: il M5S vuole trasferire i liguri malati di Covid-19 dalla nave ospedale di Genova in ospedali militari da campo per risparmiare denaro pubblico, ma il suo Governo, come già spiegato dall’onorevole Edoardo Rixi, continua ad accogliere i migranti in quarantena sulle navi Tirrenia sborsando 1.5 milioni di euro per ogni traghetto, dove vengono serviti pure menù etnici. Una vergogna”.

Lo hanno dichiarato oggi il presidente dell’Assemblea legislativa della Liguria e consigliere regionale Alessandro Piana e il capogruppo regionale Franco Senarega (Lega).

“Infatti - hanno aggiunto Piana e Senarega - secondo quanto dichiarato ieri dalla collega pentastellata Alice Salvatore ‘la nave ospedale ormeggiata nel porto di Genova costa alle casse regionali quasi un milione di euro al mese per coprire 146 posti letto per i convalescenti da Covid-19, che potrebbero benissimo essere ospitati in ospedali militari da campo, pronti in 48 ore’.

A prescindere dall’entità dei costi indicati, sui quali ci sarebbe da discutere, non si capisce per quali motivi gli italiani che sono anziani o di mezza età e ancora deboli e malati debbano finire sotto una tenda, mentre i migranti che sono giovani e forti debbano essere ospitati, con tutti i comfort, nelle cabine di navi pagate fior di soldi pubblici.

In realtà, a queste forze di Governo gli italiani non interessano, vogliono svendere il nostro Paese e si piegano ai Paesi del Nord della UE che, peraltro, non accolgono i migranti trasportati in mare dalle loro Ong.

A noi invece il bene dei liguri e degli italiani interessa, eccome.

Pertanto, i nostri malati non si toccano e i pazienti Covid-19 rimarranno sulla nave ospedale di Genova fino a quando sarà necessario. Costi quel che costi”.

Coronavirus, in Liguria calano i pazienti in ospedale

Super User 24 Aprile 2020 812 Visite

I dati del coronavirus in Liguria di oggi, venerdì 24 aprile.


4.872 attualmente positivi (+16)

847 pazienti in ospedale (-27), di cui 87 in terapia intensiva (UTI, -4)

2.590 a domicilio (-2)

Positivi clinicamente guariti a casa = 1.435 (+45)

Guariti non più positivi = 1.225 (+79)

7.171 casi totali da inizio emergenza (+124)

Deceduti = 1.074 (+29)

Tamponi = 39.563 (+1.721)

Ospedalizzati:

Asl1 = 145 (15 UTI)

Asl2 = 135 (11 UTI)

Asl3 Villa Scassi = 139 (16 UTI)

San Martino = 162 (27 UTI)

Galliera = 101 (7 UTI)

Evangelico = 36 (2 UTI)

Gaslini = 4

Asl4 = 51 (4 UTI)

Asl5 = 74 (5 UTI)

Positivi per provincia:

IM = 925

SV = 761

GE = 2.789

SP = 392

non assegnati = 5

Sorveglianze attive (contatti di positivi) = 2.436

Asl1 = 170

Asl2 = 1.273

Asl3 = 505

Asl4 = 382

Asl5 = 266

I numeri tra parentesi rappresentano l'aumento o la diminuzione del parametro rispetto al giorno precedente

Qual è la differenza fra "attualmente positivi" e "casi totali"?

Gli "attualmente positivi" rappresentano la prevalenza, lo standard internazionale dell'epidemiologia che indica quanti casi sono presenti *contemporaneamente* in una popolazione (i dati della giornata sono quelli delle ore 14.00), e indica quanti sono i positivi in Liguria, escludendo dunque chi è guarito (negativo al doppio test) e chi è purtroppo deceduto.

I "casi totali" indicano l'incidenza, un altro indicatore epidemiologico che prende in considerazione tutti i casi dall'inizio dell'epidemia, dunque somma agli attualmente positivi anche i guariti e i deceduti.

Nel futuro questi due indicatori tenderanno a divergere: il primo in discesa verso lo zero, il secondo in salita fino a fermarsi alla cifra totale dei contagiati finali.

Perché i dati della Protezione Civile sono diversi?

I dati sono gli stessi, quello che cambia è il modo di sommarli: la Protezione Civile indica i "Casi totali", ovvero come spiegato poco sopra la somma di ospedalizzati + domiciliati + positivi clinicamente guariti + guariti + deceduti, tutti dati che si trovano elencati nel post.

Nella tabella della Protezione Civile è diversa (minore) anche la cifra nella colonna "Totale attualmente positivi" rispetto alla cifra degli attuali positivi di Regione Liguria: questo perché il Dipartimento di Protezione Civile sottrae ai positivi anche i dimessi (colonna verde), ovvero pazienti clinicamente guariti che però sono ancora positivi (e che Alisa e Regione Liguria conteggiano fra gli attualmente positivi, almeno fino alla loro effettiva negativizzazione con doppio test).

Ricordiamo infine che la Protezione Civile non ha una raccolta dati propria: sono le Regioni a trasmettere i conteggi alla Protezione Civile, che poi li usa per pubblicare la tabella quotidiana.

Da Regione Liguria 10 milioni per sicurezza nelle imprese

Super User 24 Aprile 2020 784 Visite

“Riaprire vorrà dire necessariamente per i moltissimi operatori, sostenere ulteriori costi di gestione. In questa situazione di crisi eccezionale, su tutti i livelli sono necessari interventi eccezionali, e il più possibile con iniezioni di denaro fresco e non a debito. In particolare, dovremmo ripianificare le nostre attività e abitudini per adeguarci a nuovi standard di sicurezza e questo per le aziende costituirà un ulteriore onere finanziario. Abbiamo per questo motivo, e siamo i primi in Italia a farlo, attivato 10 milioni di euro per attrezzare adeguatamente, con contributi a fondo perduto al 60%, le nostre imprese agli standard che verranno loro richiesti per operare nella massima sicurezza possibile, di operatori e clienti”. È il commento dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti sulla propria pagina Facebook al termine della giunta regionale, che ha approvato un bando per sostenere gli investimenti delle micro, piccole e medie imprese, necessari a garantire il rispetto delle linee guida nazionali e regionali e delle misure di sicurezza per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19.
La misura, che rientra nell’azione 3.1.1 del Por Fesr Liguria 2014-2020, consente interventi di igienizzazione e sanificazione degli ambienti di lavoro, acquisto di dispositivi di protezione individuale, attrezzature, sistemi di controllo, impianti e opere edili necessarie per l’adeguamento delle misure di sicurezza. “Il bando, attivo dal 26 al 29 maggio, consentirà un importo massimo del contributo concedibile di 15 mila euro e permetterà agevolazioni per spese riferite a iniziative avviate a partire dal 23 febbraio 2020” aggiunge l’asssessore.
Possono presentare domanda di agevolazione le micro, piccole e medie imprese in forma singola o associata (forma cooperativa o consortile) che esercitano un’attività economica nei settori dell’edilizia, del manifatturiero, dell’artigianato, del commercio e dei servizi alla produzione. “Stiamo studiando – conclude Benveduti – la possibilità di finanziamento del restante 40%, in modo da coprire il 100% dell’esborso di cassa delle aziende. In più, con la collega Cavo, stiamo ragionando a un supporto formativo per poter correttamente applicare le nuove disposizioni”.
La procedura informatica sarà disponibile sul sito di Filse nella modalità offline dal prossimo 12 maggio.

Giacomo Ronzitti: “Festeggeremo il 25 aprile a distanza”

Super User 24 Aprile 2020 1109 Visite

Questo 25 Aprile non potremo festeggiarlo come gli scorsi anni, perché la pandemia che ha contagiato il mondo intero ce lo impedisce.

Come la Pasqua, tuttavia, lo festeggeremo tutti a distanza, ma non in solitudine.

Ciò perché ci accomuna, oggi, una sfida epocale contro un male invisibile e inesorabile, che dovremo sconfiggere insieme, come gli italiani, insieme, seppero sconfiggere il nazifascismo.

Uniti negli ideali della Resistenza, consci della lezione della storia tragica del novecento europeo, nel dopoguerra essi scelsero la Repubblica e, poi, i Padri Costituenti seppero dare al Paese una Costituzione illuminata, nella quale sono coniugati armonicamente antichi e nuovi diritti di libertà, nel quadro dei princìpi di uguaglianza, di pluralismo e di separazione dei poteri propri di un moderno stato di diritto.

Si aprì così la nuova stagione della ricostruzione e della rinascita morale e materiale dell’Italia, dopo le devastazioni della guerra e venti anni di dittatura.

Quei valori sono e devono restare ancora a base del nostro vivere civile e, oggi come ieri, devono unirci per superare questa nuova e durissima prova.

Genova e la Liguria diedero un contributo straordinario alla lotta di Liberazione e allo sviluppo sociale e democratico della nazione.

Con questo spirito di solidarietà e responsabilità essi sapranno essere ancora una volta di esempio per superare questo difficile momento e costruire un futuro migliore.

Questa stessa tensione ideale e culturale ci ha ispirato nel promuovere l’evento che si svolgerà la mattina del 25 aprile al Teatro Carlo Felice, nel corso del quale verranno lette da Pino Petruzzelli le lettere dei condannati a morte della Resistenza. Lettura preceduta e seguita dall’Inno nazionale e da brani eseguiti dall’orchestra e dal coro del Carlo Felice.

A tutti loro, fin d’ora, va il nostro profondo e sincero ringraziamento.

Questa pagina web contiene inoltre, tra diversi documenti e scritti, l’intervento che Annamaria Furlan avrebbe dovuto tenere alla celebrazione ufficiale di Genova e il numero speciale della rivista dell’ILSREC “Storia e memoria” con i memoriali, tradotti in tre lingue, dei protagonisti della “resa” delle truppe germaniche al CLN-Liguria firmata la sera del 25 Aprile.

Avremmo dovuto presentarlo il 24 Aprile a Villa Migone con il Sindaco di Genova Marco Bucci, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e S.E. Cardinale Angelo Bagnasco.

Anche questo incontro è però rinviato a quando potremo nuovamente incontrarci fisicamente.

Fin d’ora, tuttavia, lo rendiamo pubblico a beneficio di tutti i cittadini in occasione del 75° della Liberazione.

Sia, dunque, questa inedita festa della Liberazione occasione di rinnovata speranza e coesione, memori del sacrificio delle donne e degli uomini che combatterono per dare a noi quella libertà e quella dignità che a loro vennero negate.

Giacomo Ronzitti
Presidente Ilsrec “R. Ricci”

Tursi, i gruppi di minoranza chiedono di essere ascoltati

Super User 24 Aprile 2020 831 Visite

Tutti i gruppi di minoranza uniti per chiedere un maggior confronto in Consiglio comunale.

È dall’esplosione del Coronavirus che, quali rappresentanti della minoranza, eletta democraticamente dai cittadini genovesi nel Consiglio Comunale, della sesta città d’Italia, chiediamo, in maniera costruttiva, di poterci confrontare su quanto sta accadendo e accadrà a Genova, a causa degli effetti della pandemia. Mancano pochi giorni alla cosiddetta fase due, ma nella nostra Liguria si contano ancora, qualcosa come 1000 morti. La nostra Regione è la seconda, a livello nazionale, per decessi in rapporto agli abitanti. La Procura di Genova ha, come noto, aperto un’inchiesta sulle RSA genovesi per epidemia colposa, restiamo in attesa che si faccia luce, esprimendo la nostra totale fiducia nei confronti della Magistratura, tuttavia abbiamo il dovere e il diritto di riflettere sui nostri concittadini più anziani che ci hanno lasciato. Sul personale medico e infermieristico che ha perso la vita e/o continua a lavorare, spesso in condizioni inaccettabili di sicurezza. Certamente la Liguria e Genova rappresentano le realtà più anziane d'Italia ma, forse anche per questa ragione, era possibile immaginare che la pandemia facesse più morti che altrove. Morti che non sono solo numeri!  Sono i genovesi che hanno ricostruito il nostro Paese, i nostri padri e nonni, persone dietro le quali ci sono famiglie, storie, vite. Si tratta di una generazione che se ne va senza un saluto, una carezza un sorriso da parte dei propri cari. Morti troppo numerose e terribili in luoghi creati per accudire gli anziani più in difficoltà e più fragili.

Il Sindaco è responsabile della salute dei cittadini, ma aldilà dei diversi livelli di competenza nazionale, regionale e comunale, chiediamo con ulteriore forza, dinnanzi a questa emergenza sanitaria, un confronto, un’analisi di quanto è accaduto e accade, per meglio comprendere quali saranno le scelte comunali, per contrastare gli effetti del Covid 19.

Esistono urgenze come i tamponi e gli screening, ma anche aspetti economici che rischiano di travolgere le molteplici attività presenti nella nostra realtà ad ogni livello. Le nuove povertà si stanno moltiplicando nella nostra città, il banco dei pegni è preso d' assalto, così come le richieste di prestiti e con essi tutti rischi che ne possono conseguire, usura compresa. Si tratta di situazioni pericolose che devono trovare uno spazio nell’azione politica del Consiglio Comunale.

Nel corso di queste settimane non sono state interrotte le sedute delle Commissioni Consiliari, del Consiglio Comunale e dei Consigli Municipali, naturalmente svolti   in video conferenza, per licenziare delibere sulle tasse, su pratiche urbanistiche e in parte per trattare argomenti collegati all’emergenza Covid 19. Quindi appare paradossale che si debba assistere ogni settimana a un breve monologo informativo, da parte di Bucci, sulla situazione coronavirus, senza la possibilità di un confronto, senza poter fare domande e quesiti per dare un contributo sincero e trasparente e per riflettere insieme negli interessi della comunità genovese.

Ricordiamo che l’attuale amministrazione, in più occasioni, convocò gli Stati Generali per discutere di Silver Economy, circa due mesi fa Marco Bucci affermava: “Genova può diventare un laboratorio delle Silver Economy. Una opportunità enorme per dare ricchezza al territorio e soprattutto soddisfazione alle persone di una certa età che vogliono avere un pensionamento felice, opportunità che da altre parti non ci possono essere”.

A distanza di qualche settimana chiediamo un confronto anche su questo aspetto, per riflettere, pensare di una strage in atto, di coloro che sino a poco tempo fa rappresentavano un valore aggiunto per Genova, un valore al quale noi non vogliamo per nessun motivo rinunciare e vogliamo difendere, tutelare e sostenere.

Gruppo Chiamami Genova
Gruppo Italia Viva
Gruppo Lista Crivello
Gruppo Misto
Gruppo Movimento 5 Stelle
Gruppo PD

Gli “anziani” sono una risorsa

Super User 24 Aprile 2020 982 Visite

La sola ipotesi che la fase 2 dell'emergenza conoravirus imponga di stare a casa a persone non più giovanissime (oltre 60-70 anni) suscita non solo indignazione e sdegno, ma appare contro tutte le regole del buon senso e della lotta alla discriminazione.

Certamente è vero che l'età avanzata rende più esposti ad eventuali attacchi di malattie. Un'auto con 200 mila chilometri appare più a rischio avaria rispetto ad una che ne abbia 10 o 20 mila. Ma quante volte veicoli persino appena usciti di fabbrica vengono bloccati da centraline che vanno in tilt! E non vi è mai capitato di usare un'auto a lungo senza problemi e poi, magari, restare in panne con quella con cui avete sostituito la vecchia, quando era non dico ancora in rodaggio, ma con soltanto alcune decine di migliaia di chilometri.

Insomma, abbiamo usato un esempio forse un po' nazional-popolare per stigmatizzare e dire un no deciso e secco a questa idea che sarebbe di gravissima discriminazione anagrafica.

Oggi si va in pensione a 67 anni e, spesso, persino malvolentieri. Una marea di professionisti, imprenditori di grande fama e abilità sono “over 70” e persino 80. Ci sono allenatori di calcio con i capelli bianchi. Politici di lunghissima vita. Pensate al nostro Papa Francesco, al presidente Mattarella. Vogliamo tenerli tutti a casa?

Le dichiarazioni che sono arrivate da talune signore purtroppo per noi sedute al vertice Ue, ma anche da esponenti italiani politici sono indecenti. L'età è una risorsa; in tutte le civiltà antiche e moderne anziano è uguale a saggio, esperto, persona che sa di vita vissuta.

Mente dunque giovanile ma anche fisicità buona, spesso da far invidia a molti giovani.

Generalizzare è infatti quanto di peggio si possa fare. Ogni giorno nel mondo muoiono molte persone di 85 anni. Con me, a nuotare tre volte la settimana in piscina (ora ahimè chiusa per le note restrizioni) c'è un signore che ha tale età e nuota bene, pure abbastanza veloce. Non perde un allenamento.

Tra i molti errori e scelte confuse fatte durante questa emergenza, ci si venga almeno risparmiata ora questa di impedire ai cosiddetti anziani di uscire di casa nella fase 2.

Si pensi e speri che chi oggi è giovane riesca ad arrivare ad età avanzata nelle condizioni di tantissimi dei nostri detti sopra e cosiddetti anziani.

Un discrimine in tal senso sarebbe avvilente e vergognoso. Si badi – questo si – alle condizioni dei singoli. Chi ha patologie, a prescindere dall'età, sia cauto per il bene suo e degli altri.

E poi quanti anagraficamente “recenti” se la stanno vedendo con il maledettissimo male.

Ma nessun discrimine; abbiamo preso coscienza ed ogni giorno ci battiamo contro bullismo, razzismo, omofobia, discriminazione di genere, sessismo, abusi di ogni genere verso chi riteniamo diverso.

Per carità evitiamo di trattare in questo modo i nostri cari anziani, che ci hanno creato il mondo dove viviamo con grande fatica, impegno e lavoro. Che ci hanno aperto la strada a maggiore giustizia sociale e, alla vigilia del 25 aprile, la porta di libertà e democrazia.

In altro modo si agisca per contenere il virus. Non offendiamo o facciamo sentire emarginate persone soltanto per il colore dei capelli.

Piuttosto si facciano meno parole e più fatti da parte di chi di dovere. A prescindere dall'età.

Se oggi si vive più a lungo è proprio perché la scienza ha fatto la sua parte; la faccia anche ora trovando rimedi contro questo male che sta sconvolgendo la nostra vita.

Dino Frambati

Il bollettino di oggi del coronavirus in Liguria

Super User 23 Aprile 2020 1102 Visite

Il bollettino del coronavirus in Liguria di oggi, giovedì 23 aprile.

4.856 attualmente positivi (+45)

874 pazienti in ospedale (-78), di cui 91 in terapia intensiva (UTI, -1)

2.592 a domicilio (+68)

Positivi clinicamente guariti a casa = 1.390 (+55)

Guariti non più positivi = 1.146 (+61)

7.047 casi totali da inizio emergenza (+131)

Deceduti = 1.045 (+25)

Tamponi = 37.842 (+1.852)

Ospedalizzati:

Asl1 = 149 (16 UTI)

Asl2 = 134 (10 UTI)

Asl3 Villa Scassi = 142 (16 UTI)

Asl3 Gallino = 4

San Martino = 167 (29 UTI)

Galliera = 103 (7 UTI)

Evangelico = 40 (2 UTI)

Gaslini = 3

Asl4 = 54 (6 UTI)

Asl5 = 78 (5 UTI)

Positivi per provincia:

IM = 922

SV = 744

GE = 2.783

SP = 391

non assegnati = 16

Sorveglianze attive (contatti di positivi) = 2.436

Asl1 = 172

Asl2 = 1.116

Asl3 = 511

Asl4 = 370

Asl5 = 267

I numeri tra parentesi rappresentano l'aumento o la diminuzione del parametro rispetto al giorno precedente

Qual è la differenza fra "attualmente positivi" e "casi totali"?

Gli "attualmente positivi" rappresentano la prevalenza, lo standard internazionale dell'epidemiologia che indica quanti casi sono presenti *contemporaneamente* in una popolazione (i dati della giornata sono quelli delle ore 14.00), e indica quanti sono i positivi in Liguria, escludendo dunque chi è guarito (negativo al doppio test) e chi è purtroppo deceduto.

I "casi totali" indicano l'incidenza, un altro indicatore epidemiologico che prende in considerazione tutti i casi dall'inizio dell'epidemia, dunque somma agli attualmente positivi anche i guariti e i deceduti.

Nel futuro questi due indicatori tenderanno a divergere: il primo in discesa verso lo zero, il secondo in salita fino a fermarsi alla cifra totale dei contagiati finali.

Perché i dati della Protezione Civile sono diversi?

I dati sono gli stessi, quello che cambia è il modo di sommarli: la Protezione Civile indica i "Casi totali", ovvero come spiegato poco sopra la somma di ospedalizzati + domiciliati + positivi clinicamente guariti + guariti + deceduti, tutti dati che si trovano elencati nel post.

Nella tabella della Protezione Civile è diversa (minore) anche la cifra nella colonna "Totale attualmente positivi" rispetto alla cifra degli attuali positivi di Regione Liguria: questo perché il Dipartimento di Protezione Civile sottrae ai positivi anche i dimessi (colonna verde), ovvero pazienti clinicamente guariti che però sono ancora positivi (e che Alisa e Regione Liguria conteggiano fra gli attualmente positivi, almeno fino alla loro effettiva negativizzazione con doppio test).

Ricordiamo infine che la Protezione Civile non ha una raccolta dati propria: sono le Regioni a trasmettere i conteggi alla Protezione Civile, che poi li usa per pubblicare la tabella quotidiana.

Cultura, Compagnia di San Paolo stanzia altri 2.5 milioni

Super User 23 Aprile 2020 756 Visite

La Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito dell’Obiettivo Cultura – Missione partecipazione, lancia il bando “RINCONTRIAMOCI: sostegno agli spazi culturali, civici e d’incontro del territorio” finalizzato alla sopravvivenza, promozione e rilancio dei presidi territoriali culturali e civici che al termine dell’emergenza COVID-19 svolgeranno il compito di restituire fiducia nelle relazioni, nella prossimità e più in generale nella partecipazione attiva.

Il progetto, con una disponibilità complessiva di 1.5 milioni di euro, costituisce una misura di intervento per quelle realtà che rappresentano, sul piano culturale e civico, dei presidi territoriali fondamentali, che non si situano nel panorama principale di intervento della Compagnia. Tali centri culturali e civici saranno una risorsa fondamentale per la ricostruzione di relazioni fra i cittadini a emergenza superata, ma rischiano alle attuali condizioni di chiudere la propria attività, privando così il momento della auspicata ripartenza di una risorsa culturale, sociale e civica imprescindibile.

In questi giorni l’Italia è impegnata a fronteggiare gli effetti del Covid19 concentrandosi giustamente sull’emergenza sanitaria. Pur nell’impossibilità di prevedere precisamente tempi e modalità di rientro alla “normalità”, è certo che gli effetti del distanziamento personale prolungato e della socialità senza contatto si faranno sentire e si avvertirà il bisogno di ricostruire lo stare e il fare insieme restituendo centralità al concetto di partecipazione attiva.

I presidi civici e culturali diffusi capillarmente sul territorio, sia quelli presenti e attivi da anni sia quelli nati negli ultimi tempi, avranno un ruolo in questo processo di re-innesco; siamo però consapevoli che tali spazi rischiano di rimanere ai margini del sostegno del settore pubblico e delle Fondazioni e rischiano nelle attuali condizioni di chiudere o sospendere sine die la propria attività, privando così il momento della ripartenza di una risorsa culturale, sociale e civica fondamentale.

Il bando è rivolto a SPAZI aperti al pubblico ed alla cittadinanza con frequenza costante e di facile accessibilità, gestiti o co-gestiti da enti ammissibile all’erogazione di contributi della Compagnia che fungono da presidi culturali e civici dedicato ad un territorio o una loro comunità specifica e quindi caratterizzati da una forte relazione con chi li frequenta. Il bando si rivolge agli enti sui territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. 

I richiedenti dovranno fornire una bozza di piano di mantenimento e rilancio della propria attività in funzione della situazione attuale e quale tipo di investimento sarebbe utile per prepararsi a svolgere il proprio ruolo nel futuro prossimo, quale riorientamento delle attività alla luce di nuove condizioni e bisogni emersi.

Le iniziative dovranno essere presentate entro il 4 maggio 2020 all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., con oggetto nome dell’ente proponente e nome del bando “RINCONTRIAMOCI_ sostegno agli spazio culturali, civici e d’incontro del territorio”.

Per accedere al bando: www.compagniadisanpaolo.it

Costa Deliziosa, terminerà domani lo sbarco dei 1537 passeggeri

Super User 23 Aprile 2020 1082 Visite

Procedono a pieno ritmo gli sbarchi protetti dei passeggeri della Costa Deliziosa, attraccata da ieri pomeriggio nel porto di Genova: ai 535 passeggeri sbarcati ieri, se ne aggiungono 902 nella giornata di oggi e ulteriori 100 sbarchi sono previsti domani.

“Grazie alla collaborazione di tutti – dichiara l’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone che sta coordinando le operazioni - in 48 ore dall’arrivo della nave, saranno sbarcati tutti i 1537 passeggeri che erano a bordo della nave al momento del suo arrivo a Genova. Già nella giornata di ieri sono scesi 535 passeggeri, accompagnati immediatamente nelle loro destinazioni di residenza. Oggi sono riprese le operazioni: entro questa sera sono previsti complessivamente 902 sbarchi, di cui 440 già effettuati in mattinata”. Domani è previsto lo sbarco degli ultimi 100 passeggeri, che, a differenza degli altri accompagnati alle loro destinazioni con pullman dedicati, lasceranno la città con voli di linea in partenza dal Cristoforo Colombo.

“Concluse le operazioni di sbarco dei passeggeri – prosegue l’assessore - inizierà il piano di alleggerimento della nave per quanto riguarda i 900 membri dell’equipaggio: come già annunciato nei giorni scorsi a bordo della nave dovranno rimanere al massimo 200 unità di personale”.

Nel frattempo è arrivato l’esito, negativo, del tampone effettuato sulla salma che era a bordo al momento dell’arrivo a Genova. “È un’ulteriore conferma – aggiunge Giampedrone - di come le operazioni di sbarco stiano procedendo bene e in totale sicurezza per chi opera, per chi scende e per la città”.

Il tavolo di coordinamento tornerà a riunirsi domani, venerdì 24 aprile, alle 11 per fare il punto della situazione.

La scomparsa di Gustavo Gamalero

Super User 23 Aprile 2020 1978 Visite

Il mondo politico e giurisprudenziale ligure e genovese piange la grande figura di Gustavo Gamalero, personaggio di prima grandezza nella storia recente della nostra città.

Ci ha lasciato a 95 anni, con la stessa dignità con cui è vissuto, mentre gli erano accanto il figlio e la figlia, cui questo sito è affettuosamente e sentitamente vicino. Perfettamente lucido fino alla fine si è spento nella sua casa di Camogli, dove viveva da tempo in autonomia.

Con lui scompare una parte della storia di Genova. Gamalero infatti ha segnato ed inciso sulla vita politica come pochi: liberale ideologicamente, ma soprattutto liberale nel cuore e nell'anima, ha avuto un percorso politico importante, fino alla vice presidenza della Regione, alla sua essenziale attività per l'Expo del mezzo millennio colombiano e molto altro.

Politico di razza, come si suole dire, ma grande avvocato, protagonista di processi quali quello sul caso Sutter. Capacità forense per la quale ha passato il testimone al figlio Armando, oggi stimatissimo e competente avvocato.

Ma Gustavo Gamalero colpiva soprattutto per il carattere estroverso, cordiale, sempre incline al dialogo, fiero sostenitore delle sue idee ma con il massimo rispetto ed attenzione agli altri. Sapeva coniugare cultura ed ironia come pochi; era un uomo distinto e capace di mettere a proprio agio le persone.

Di lui ho soprattutto il ricordo di quando ero giovane cronista ad inizio attività nella redazione genovese de “Il Giornale” diretto da Indro Montanelli. Lo conobbi attraverso l'allora capo redattore Luigi Vassallo. Fu uno dei primi politici importanti che intervistai e da domande risposte su Liguria, Genova ed Italia finimmo a ridere e scherzare su tanti e diversi argomenti.

Perché questo era Gustavo Gamalero, tra le altre cose tifoso indomito del Genoa, che ha sempre seguito, fino alla forzata, recente sospensione del campionato.


Dino Frambati

Sperimentazione Remdesivir, Salvatore: “dipende dall’azienda produttrice”

Super User 23 Aprile 2020 812 Visite

"Per quanto riguarda la sperimentazione del Remdesivir, il Ministero ha già spiegato che è l’azienda (la società americana Gilead Sciences, ndr) a stabilire dove e quanto erogare il farmaco in uso compassionevole e a scegliere altresì i centri per gli studi. Peraltro, la quantità di medicinale esistente è a oggi limitata. Toti eviti di trasformare anche questioni serie come questa in propaganda elettorale: il suo intervento in merito ci è parso francamente stucchevole e diseducativo", fa sapere la capogruppo regionale Alice Salvatore rispondendo alla nota stampa diramata in serata dal Governatore della Regione Liguria.

Regione Liguria aderisce alla Festa della Bandiera

Super User 23 Aprile 2020 1222 Visite

Anche Regione Liguria aderisce alla Festa della Bandiera, esponendo sulla facciata del palazzo di piazza De Ferrari il vessillo di San Giorgio, che, con la sua croce rossa in campo bianco, ha sempre rappresentato Genova dai tempi della Repubblica marinara. “Oggi a Genova si festeggia la Croce di San Giorgio. Sotto questo simbolo – afferma il presidente della Regione Giovanni Toti - le nostre navi hanno raggiunto ogni angolo di mondo. Un simbolo di coraggio, intraprendenza, cultura e identità. Sotto la protezione di questa bandiera abbiamo vinto tante sfide, vinceremo anche quella di oggi”.

Ecco quanto sta perdendo lo Stato con il blocco di slot e vlt

Super User 23 Aprile 2020 789 Visite

Tra i settori indicati per la ripartenza nella Fase 2, secondo le ultime elaborazioni della task force guidata da Vittorio Colao, non ci sono indicazioni precise sul segmento di gioco pubblico. Ma le voci su possibili riaperture in questo settore si sono susseguite a più riprese. La parte riguardante slot e vlt è però quella rimasta più “nascosta”. Nello schema pubblicato sotto sono riportati, per ogni regione (alcune sono “riunite” in valori unici secondo lo schema di aggregazione definito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) i dati riguardanti il valore (in rosso) dei versamenti annuali all’Erario ed il totale (in verde) degli esercizi con slot e sale slot/vlt chiusi per l’Emergenza Coronavirus.
In Liguria il settore registra 2.216 sale e 158,7 milioni di euro di versamenti annuali all'Erario 
Oltre al dettaglio per singola regione c’è anche un totale Italia che mostra come il settore delle slot e vlt porti, allo Stato, risorse per oltre 5,7 miliardi di euro e che siano ben 67.873 gli esercizi e sale con slot chiusi. Insomma - riporta l'Agenzia Agimeg - dati che evidenziano come la chiusura di questo settore economico non solo stia provocando un forte dallo per l’Erario ma metta a rischio (anzi in molti casi sarà una certezza) migliaia di posti di lavori e di attività legali.

Il bollettino di oggi del coronavirus in Liguria

Super User 22 Aprile 2020 1066 Visite

Il bollettino di oggi, mercoledì 22 aprile, del coronavirus in Liguria

4.811 attualmente positivi (+50)

952 pazienti in ospedale (-56) di cui 92 in terapia intensiva (UTI, -2) 2.524 a domicilio (+69)

Positivi clinicamente guariti a casa = 1.335 (+37)

Guariti non più positivi = 1.085 (+72)

6.916 casi totali da inizio emergenza (+154)

Deceduti = 1.020 (+32)

Tamponi = 35.990 (+1.804)

Ospedalizzati:

Asl1 = 155 (16 UTI)

Asl2 = 149 (10 UTI)

Asl3 Villa Scassi = 146 (16 UTI)

Asl3 Gallino = 1

San Martino = 207 (30 UTI)

Galliera = 110 (7 UTI)

Evangelico = 43 (2 UTI)

Gaslini = 3

Asl4 = 57 (6 UTI)

Asl5 = 81 (5 UTI)

Positivi per provincia:

IM = 910

SV = 748

GE = 2.754

SP = 397

non assegnati = 2

Sorveglianze attive (contatti di positivi) = 2.458

Asl1 = 191

Asl2 = 1.129

Asl3 = 480

Asl4 = 377

Asl5 = 281 

I numeri tra parentesi rappresentano l'aumento o la diminuzione del parametro rispetto al giorno precedente.

Qual è la differenza fra "attualmente positivi" e "casi totali"?
Gli "attualmente positivi" rappresentano la prevalenza, lo standard internazionale dell'epidemiologia che indica quanti casi sono presenti *contemporaneamente* in una popolazione (i dati della giornata sono quelli delle ore 14.00), e indica quanti sono i positivi in Liguria, escludendo dunque chi è guarito (negativo al doppio test) e chi è purtroppo deceduto.
I "casi totali" indicano l'incidenza, un altro indicatore epidemiologico che prende in considerazione tutti i casi dall'inizio dell'epidemia, dunque somma agli attualmente positivi anche i guariti e i deceduti.
Nel futuro questi due indicatori tenderanno a divergere: il primo in discesa verso lo zero, il secondo in salita fino a fermarsi alla cifra totale dei contagiati finali.

Perché i dati della Protezione Civile sono diversi?
I dati sono gli stessi, quello che cambia è il modo di sommarli: la Protezione Civile indica i "Casi totali", ovvero come spiegato poco sopra la somma di ospedalizzati + domiciliati + positivi clinicamente guariti + guariti + deceduti, tutti dati che si trovano elencati nel post.
Nella tabella della Protezione Civile è diversa (minore) anche la cifra nella colonna "Totale attualmente positivi" rispetto alla cifra degli attuali positivi di Regione Liguria: questo perché il Dipartimento di Protezione Civile sottrae ai positivi anche i dimessi (colonna verde), ovvero pazienti clinicamente guariti che però sono ancora positivi (e che Alisa e Regione Liguria conteggiano fra gli attualmente positivi, almeno fino alla loro effettiva negativizzazione con doppio test).
Ricordiamo infine che la Protezione Civile non ha una raccolta dati propria: sono le Regioni a trasmettere i conteggi alla Protezione Civile, che poi li usa per pubblicare la tabella quotidiana.

Domani la Festa della Bandiera

Super User 22 Aprile 2020 875 Visite

Domani ricorre la seconda Festa della Bandiera e la città si colorerà di bianco e rosso, anche se per l'emergenza Covid-19 lo farà principalmente sui social. La bandiera di San Giorgio e la sua croce rossa in campo bianco hanno sempre rappresentato Genova, dai gloriosi tempi della Repubblica marinara fino a diventare stemma del Comune, oltre ad essere adottata dall'Inghilterra.

Un anno fa, dopo l'approvazione da parte del Consiglio comunale di una mozione che impegnava il Sindaco e la Giunta a promuovere la memoria storica del vessillo, è nata la Festa della Bandiera, che si tiene ogni 23 aprile, giorno in cui sul calendario si ricorda San Giorgio, il santo che sconfisse il drago.

“Per ovvi motivi rimandiamo i festeggiamenti all’anno prossimo, ma rafforziamo ancor di più in questo momento storico la celebrazione del significato della nostra bandiera e dei valori che essa rappresenta – spiega l'assessore ai Grandi Eventi Paola Bordilli -. Riconosciamo in questa insegna un simbolo di unità e di coesione di una città che vuole continuare ad impegnarsi e a lottare per riconquistare un ruolo importante in Italia e nel mondo, nonché tramandare alle giovani generazioni l'importanza di riconoscere la propria identità, tradizioni, storia”.

Un anno fa, la cerimonia si tenne a Palazzo Ducale, con le bande, l'enorme bandiera del galeone genovese delle Regate storiche, la consegna del Grifo d'oro e la nomina dei nuovi ambasciatori di Genova nel mondo. Quest'anno il Comune ha ideato, nonostante il Coronavirus, un programma di iniziative, per coinvolgere i cittadini di tutte le età. Oggi, l'invito ai genovesi è a pubblicare una foto con la bandiera di San Giorgio, oppure una foto che rappresenti la genovesità, dal pesto alla focaccia, o allo scorcio di città che possono vedere dalla propria finestra. Non solo foto: diamo spazio anche alla fantasia dei più piccoli, con i loro disegni di come vivono e interpretano questa festa. Chi lo desidera può pubblicare la foto sui social network, con l'hashtag appositamente creato #siAmoGenova. Le foto più belle saranno condivise sui canali social del Comune.

Oltre a ciò, un gioco di luci illuminerà con i colori bianco e rosso la fontana di piazza De Ferrari, mentre la bandiera di San Giorgio sarà esposta sull'arco dei caduti di Piazza della Vittoria e sulle facciate del Teatro Carlo Felice, della Regione, di Palazzo Ducale e di Palazzo Tursi. Il vessillo speciale, quello di dimensioni maggiori, verrà issato sulla torre di Palazzo Ducale. Anche gli assessori comunali si fotograferanno con la bandiera.

All'iniziativa aderisce anche il Mu.ma, con la Lanterna che sarà illuminata con luci rosse e bianche. Inoltre, la Festa della bandiera sarà celebrata anche sulle pagine social del Galata Museo del Mare e del Museo Navale di Pegli, con post e immagini della bandiera di San Giorgio. “In queste settimane abbiamo cercato di far vivere le nostre sale virtualmente attraverso i social. La Festa della Bandiera – spiega Nicoletta Viziano, presidente del cda del Mu.ma – è un'occasione per sentire ancora di più la nostra genovesità e l'orgoglio per la nostra città e le sue bellezze, nell'attesa che si possa tornare a viverle di persona”. fuori dagli uffici del gruppo Viziano, in via Pozzo, saranno esposte le bandiere.

Balneari, le richieste dell’assessore Scajola al governo

Super User 22 Aprile 2020 689 Visite

“È necessario che le regioni siano coinvolte quando il Governo deciderà modalità e tempi di riaperture delle spiagge. Sono poi indispensabili risorse da destinare ai Comuni che saranno probabilmente chiamati a controllare le modalità di accesso alle spiagge libere. Chiediamo inoltre la sospensione dei canoni demaniali marittimi per il 2020 e che l’esecutivo si impegni perché gli operatori balneari siano esclusi dalla direttiva Bolkestein”. L’assessore al Demanio marittimo e coordinatore nazionale degli assessori regionali competenti in materia Marco Scajola ha concluso la prima riunione del tavolo tecnico con le associazioni regionali di categoria dei balneari, presentando i contenuti del documento che le Regioni, in modo unitario, presenteranno al Governo nella prossima riunione della conferenza delle regioni.

“Le nostre richieste - aggiunge Scajola - sono semplici: prima di tutto chiediamo un coinvolgimento delle regioni per trovare soluzioni condivise e utili ai territori nella riapertura delle spiagge, viste le grandi differenze da zona a zona nel nostro Paese. Le Regioni conoscono i territori e le loro tipicità, e grazie a loro la riapertura potrà trovare le declinazioni migliori a seconda dei diversi contesti”.

“Di certo poi – prosegue – i Comuni non possono essere lasciati soli nella gestione delle spiagge libere, i cui accesi andranno regolamentati per tenere conto delle esigenze legate alla pandemia. Oltre alla sospensione del canone demaniale per il 2020, un anno di fatto che non potrà mai essere considerato pienamente operativo, è necessario che il Governo vari un decreto ministeriale che dia validità all’estensione di 15 anni delle concessioni demaniali e, infine, le Regioni unitariamente ribadiscono quanto sia importante, oggi ancora di più, dare un segnale di vicinanza e tutela alle 1250 imprese balneari liguri e ai loro oltre 20mila dipendenti, che meritano respiro e certezze: per questo chiediamo, appunto, un impegno a fare uscire i balneari dalla direttiva Bolkestein”.

“È stata una riunione operativa e partecipata - conclude Scajola - contraddistinta da grande spirito di collaborazione. Ringrazio gli imprenditori balneari che nonostante il quadro di grande incertezza si stanno impegnando nell’allestire le spiagge liguri. Vogliamo continuare a lavorare per gestire al meglio quella che sarà la stagione estiva 2020: per questo il tavolo tecnico si riunirà di nuovo tra 2 settimane per proseguire in questo confronto costante e diretto con chi sul territorio lavora ogni giorno”.

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