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Lunardon sbaglia lottizzatore

Giovanni Lunardon

Chi conosce a fondo l'archeologo savonese Giovanni Lunardon sostiene che in politica ha bisogno

di essere telecomandato. Ed è indubbio che ha espresso il meglio di sé quando era guidato dalla celebre consorte avvocato Sara Armella.
In quest'ultimo periodo aveva firmato sul "Secolo XIX" articoli in tandem con Raffaella Paita. E molti all'interno del Partito Democratico se ne erano meravigliati, ricordando cosa aveva detto di lei in occasione delle Regionali.
Oggi ha provato a firmare un articolo da solo, ma il risultato può considerarsi disastroso. Ha tuonato che per il porto il presidente della Regione "deve puntare sulla qualità e non favorire gli amici". Ma si è certamente confuso. Perché questo aveva fatto il suo amico Claudio Burlando che aveva scelto quel Luigi Merlo che non aveva mai lavorato e che dei porti non sapeva assolutamente nulla. Unico suo titolo di merito: essere il marito della sua amica Raffaella Paita. Lunardon dice che Toti non deve avere "il solo scopo di trovare uno stipendio a qualche articolo particolarmente fedele".
Se il compagno della mitica Margherita Mereto Bosso leggesse con attenzione i giornali dovrebbe sapere che Giovanni Toti ha fatto il nome di Sandro Biasotti e quindi che:
-Biasotti è deputato quindi non ha bisogno di uno stipendio
-che Biasotti è stato per decenni un imprenditore sul fronte del porto e quindi ne conosce bene i meccanismi
-che a indicare Biasotti sono stati gli operatori marittimi (in primis Augusto Cosulich e Aldo Spinelli)
- che Toti si confronta sempre con questi operatori.
Perciò quello che ha scritto Giovanni Lunardon (stavolta senza Raffaella Paita) non sta né in cielo né in terra. Quindi è proprio vero che l'ex segretario regionale del PD, almeno in politica, ha bisogno di essere telecomandato. Se avesse avuto ancora al fianco Sara Armella certe gaffe se le sarebbe evitate.

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