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Albaro, le suore sfrattate dalle monache di Monza cercano disperatamente una nuova casa

Paolo Zerbini intervista le suore sfrattate

Da 4 anni, le suore di Casa Rapahel ad Albaro hanno l'ordine di sfratto. Sfrattate dalle suore Sacramentine di Monza, proprietarie del monastero di viale Byron, 50 stanze, orto, giardino e la chiesa. Hanno venduto ad una Srl che vuol realizzare una residenza per anziani e tanti parcheggi.

"Sono 4 anni che resistiamo - mi dicono la direttrice sanitaria Grazia Maria Costa e la superiora, suor Maria Chiara Prestigiacomo -. Noi vorremmo continuare ad amare e a servire gli Ultimi".

Oggi qui ci vivono 12 suore, 3 frati, 35 assistiti (ucraini, ragazze africane, emigranti, poveri con gli animali, religiosi in difficoltà psicologica) e c’è un pasto caldo per chi ha fame.

Una assistenza resa possibile grazie a Coop e Conad vicine, che portano prodotti, e al Mercato Orientale, che non butta via niente di commestibile.

Servizi, inchieste (Le Jene) petizioni del quartiere di Albaro al sindaco Bucci (28 mila firme) non hanno avuto effetto. Anche l'arcivescovo Tasca non è riuscito a trovare una soluzione capace di garantire l'ospitalità caritatevole.

"Se ci trasferiamo alla Guardia, non riusciamo più ad aiutare nessuno - dicono giustamente al monastero -. Troppo lontano per poveri e mercati. Chi ci aiuta più?”.

“Servono 30 stanze. Si può riaprire, sicuramente, qualche edificio pubblico, oggi chiuso - dice la madre superiora -. Noi vogliamo continuare ad amare e a servire!”.

Voi che potete, non giratevi dall'altra parte!

Paolo Zerbini

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