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Consiglio d'Europa, Lauro sul fenomeno Need: “I ragazzi hanno bisogno di aiuto”

L'intervento della consigliera regionale Lilli Lauro al Consiglio d'Europa

La consigliera regionale (Lista Toti) Lilli Lauro, membro effettivo del Consiglio d'Europa come delegato delle Regioni e responsabile delle politiche giovanili, ha svolto ieri un intervento dedicato in particolare alle problematiche giovanili, alla realtà dei "Neet" (i ragazzi che non studiano, non lavorano e non cercano un’occupazione) che rischia di diventare un problema sociale particolarmente grave, e alla sempre più diffusa sindrome di ritiro sociale.

Lauro ha sottolineato la necessità di una risposta delle istituzioni e di un "intervento sistemico" anche al fine di contrastare l'aumento di patologie gravissime che colpiscono adolescenti e preadolescenti.

“I giovani sono il presente e il futuro - ha detto la totiana nel suo intervento al Consiglio d'Europa -. Per permettere ai giovani di essere il motore del cambiamento dobbiamo però essere consapevoli delle sfide che le generazioni più giovani affrontano; sfide che le nostre generazioni non hanno dovuto affrontare. In Italia il problema dei Neet, giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, è in constante aumento. Solo nel 2020 la percentuale di Neet tra i giovani era del 25%. Non solo in Italia, questo problema è presente in tutta Europa con una media europea del 12 % di giovani. Questi drammatici risultati ci mostrano come ci sono tanti giovani nelle nostre città che necessitano aiuto e supporto”.

“Se lasciati soli - ha aggiunto Lauro -, questi ragazzi rischieranno di creare disagio nelle comunità, esempi di queste difficoltà sono i numerosi casi di Revenge Porn. Come rappresentanti locali e regionali abbiamo il dovere di affrontare questo problema: è di imperativa importanza salvare questi giovani dal disagio in cui si trovano. Come fare questo? Prima di tutto, implementando percorsi di formazione breve che consentano un accesso facilitato al mondo lavorativo, anche una piccola occupazione lavorativa può salvare giovani dalla strada. Inoltre è importante collaborare con le aziende del territorio per creare occupazioni per i giovani. Riassumendo, i giovani sono il motore del cambiamento ma noi abbiamo il dovere di tutelarli e proteggerli. La situazione di disagio evidenziata dai Need deve essere affrontata con strategie comuni ed europee”.

“Il 7% della popolazione giovanile europea nella fascia di età dai 13 ai 18 anni è soggetta alla sindrome di ritiro sociale Hikikomori. Tra questi ragazzi, il 60% è di sesso femminile ed il 40% maschile. Il fenomeno si cristallizza aumentando le percentuali nella fascia di età tra i 18 ed i 26 anni. Se non si interviene tempestivamente si cronicizza, con il rischio di dover attendere anche più di 10 anni per un possibile reinserimento. Il fenomeno è in crescita e costituisce un rifiuto di una società troppo competitiva. Nel sesso femminile sono frequenti bulimia anoressia e atti autolesionistici; nel sesso maschile tentativi di suicidio con significato simbolico. Il fenomeno è in crescita e nel 2030 potrebbe raggiungere il 15% della popolazione giovanile in fase preadolescenziale ed adolescenziale. È necessario un intervento sistemico”, ha concluso la consigliera regionale.  

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