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Sopraelevata, storia di un’infrastruttura sempre al centro del dibattito cittadino

La Sopraelevata e il prof. Francesco Gastaldi

Da tempo sui media cittadini e sui social è aperto un dibattito fra favorevoli e contrari al mantenimento della Sopraelevata in vista del tunnel subportuale, un dibattito che ciclicamente a Genova si ripropone e che vede la città divisa in due.

L’architetto Francesco Gastaldi, laureato a Genova e docente di Urbanistica all’Università IUAV di Venezia, ha ricostruito per noi la nascita della Sopraelevata: “Nel febbraio 1961 la giunta comunale, presieduta dal sindaco Vittorio Pertusio, avvia la costruzione della Sopraelevata che costituisce una delle priorità dell’amministrazione comunale appena rinnovata, il 31 marzo di quell’anno il consiglio comunale conferma la decisione della giunta e decide l’affidamento della progettazione esecutiva e della costruzione alla Società C.M.F. (Società Costruzioni Metalliche Finsider), azienda del gruppo IRI”.

Secondo Gastaldi la realizzazione dell’opera era già prevista dal “Piano Regolatore Generale adottato nel 1956 e definitivamente approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici nel 1959, nel documento di pianificazione urbanistica cittadina la Sopraelevata veniva definita “strada a traffico veloce”.

“L’inizio degli anni Sessanta - dice Gastaldi - è un’epoca di grande fervore dell’attività amministrativa genovese, in campo viabilistico si completa la “Pedemontana” (oggi corso Europa) nella parte di levante della città (anch’essa prevista dal Piano Regolatore Generale del 1959) e si discute molto dei nuovi tracciati autostradali che da lì a pochi anni si svilupperanno attraverso la città e verso le riviere dove sta crescendo l’interesse del turismo di massa”.

La strada “Sopraelevata” di Genova fu inaugurata il 6 settembre 1965 dopo tre anni di lavori.

“Nei primi anni Sessanta - aggiunge il professore - la realizzazione dell’opera è oggetto di un vasto dibattito che coinvolge tutta la città, si delineano due fazioni: quelli che auspicano una realizzazione in cemento armato (fra questi Luigi Carlo Daneri, docente universitario ed insigne esponente del movimento razionalista in architettura) e coloro che propendono per la soluzione in acciaio (tra questi l’ingegnere capo del comune Mario Braccialini). Nel progetto definitivo le strutture dell’impalcato sono costituite da due travi in acciaio a cassone trapezio, ciascuna solidale con una soletta in cemento armato a sbalzo su entrambi i lati della corrispondente trave trapezio. Il piano stradale è sostenuto da 204 piloni in acciaio ed è costituito dalle due travi affiancate, risulta complessivamente avere una larghezza di metri 15,40 dei quali 14 sono adibiti a piano carreggiabile e 0,70 metri per ciascun lato è costituito dai marciapiedi. Per la costruzione dell’opera vengono utilizzate circa 10.000 tonnellate di strutture in acciaio”.

Ancora oggi, dopo 58 anni di onorata attività, la Sopraelevata è sempre al centro del dibattito.

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