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Pullman in fiamme nella galleria dell’A12, Toti dona la bandiera della Regione Liguria all’autista

Il presidente Giovanni Toti e l’assessore Angelo Gratarola in visita a Salvatore Todaro

“Con la visita all’ospedale San Martino a Salvatore ho voluto rendere omaggio a una persona che ha dimostrato un coraggio e un’intraprendenza fuori dal comune. Se non fosse stato per la prontezza di spirito dell’autista ora non saremmo così sorridenti davanti a un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche e che si è invece ridotto a una brutta avventura nel ricordo di chi l’ha vissuta, oltre ovviamente al disagio sulla rete autostradale che stanno cercando di risolvere il più velocemente possibile. Per questo ci sembrava opportuno consegnargli la bandiera di Regione Liguria come gesto di stima, augurandoci che torni presto a trovarci. Salvatore mi ha raccontato la paura e la concitazione del momento, spiegando che ha ritenuto assolutamente normale dare prima di tutto un aiuto alle persone che erano a bordo, mettendosi in salvo per ultimo. Un bell’esempio di responsabilità, un comportamento eroico”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in visita, insieme all’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, all’ospedale San Martino a Salvatore Todaro, autista del pullman che è andato in fiamme domenica 9 luglio in una galleria dell’A12 e ora ricoverato nel reparto di Terapia intensiva cardiologica dell’Ospedale San Martino.

“Il paziente ha corso un elevato rischio nell’entrare ed uscire dalla galleria completamente invasa dal fumo – ha aggiunto l’assessore Gratarola – ne prova il fatto che, di tutte le persone coinvolte nell’incidente, è stato quello che ha maggiormente avuto segni o evidenza di inalazione prolungata di fumo e polveri. Per questo motivo sono state necessarie due sedute di camera iperbarica per riportare i valori della carbossiemoglobina nella norma. Le condizioni di Salvatore ora appaiono buone e, seppur ancora provato dall’evento, è apparso estremamente lucido rispetto al suo comportamento. Ritengo che comportamenti come il suo non siano frutto dell’istinto ma di un’educazione e di una sensibilità che non tutte le persone hanno. Essere consci di rischiare la propria vita per mettere in salvo quella degli altri non è comportamento così comune”.

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