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Dio salvi il re, la regina se n'è andata

La regina Elisabetta e il figlio Carlo. Nel riquadro, Dino Frambati

Onore a Elisabetta, per 70 anni sul trono inglese e per la quale nessuna elegia può esaltarne la figura in modo adeguato.

Non intendo, e mi unisco al Manzoni che celebra Napoleone, unire la mia alle “mille voci al sonito” che odo in questi giorni. Pochi eventi sono stati celebrati e descritti come la dipartita di questa donna eccezionale.

Quello che forse non è stato ancora detto e va invece invocato a mille decibel che, con lei, scompare l'ultima figura iconica del mondo del dopoguerra.

Torno al Manzoni ed al suo “5 maggio” dedicato al mitico figlio di Francia: “due secoli, L’un contro l’altro armato, Sommessi a lui (in questo caso a lei ndr) si volsero, Come aspettando il fato; Ei fe’ silenzio, ed arbitro (a) S’assise in mezzo a lor”. Ebbene Elisabetta mi riporta a questa immagine.

Tra l'oceano di trasmissioni ed articoli composti in questi giorni per la testa coronata forse più celebrata del mondo, mi ha colpito l'immagine di lei giovanissima accanto a Churchill.

Altra gente, altri personaggi che mi appaiono ancora più grandi se pensi a quelli attuali. Pochi giorni fa ha lasciato questo mondo pure Gorbaciov. Ci resta Putin, pensate un po'....

Forse, dico io, all'epoca dei personaggi come Elisabetta non c'era la tecnologia, la globalizzazione e ci voleva genio ed inventiva; oggi abbiamo tanto, tantissimo e forse la maggiore facilità di accedere facilmente a tutto addormenta il cervello, spegne la necessità di aguzzarlo e, di conseguenza, rende più difficile l'emersione di geni o simili.

Forse. Chissà se è così.

Sta di fatto che oggi (stavolta mi riferisco ad un concetto aristotelico) “in medio sta virtus”, ma nel senso più deteriore: vincono i mediocri; occupano il potere e impediscono ai migliori di affermarsi. Imporre regole del gioco per cui è vietato correre ma si deve solo passeggiare, aiuta chi è lento a pareggiare e persino superare chi va veloce come Verstappen.

Piango Elisabetta e la rimpiango. E quando ne avremo un'altra così?

Dio salvi il re e soprattutto questa nostra incerta e mediocre umanità. 

Dino Frambati

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