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L’analisi di Toti su Forza Italia

Giovanni Toti

L’analisi del governatore Giovanni Toti su Forza Italia, all’indomani del risultato

elettorale in Trentino.

Cari amici,
a Bolzano solo un cittadino, per l’esattezza un cittadino e mezzo, ogni cento ha scelto Forza Italia. A Trento è andata un po’ meglio: due cittadini e mezzo ogni cento. Sarà pure stata una campagna elettorale piena di entusiasmo ma l’entusiasmo, evidentemente, non riempie le urne.
Non è un campanello dall’allarme, è una sirena che annuncia uno Tsunami. E il grave è che questa sirena suona da tempo mentre la maggior parte della classe dirigente fa finta di non sentire, anzi, si mostra infastidita verso chi fa notare la difficile situazione. Guai a disturbare i conducenti, peccato che siano diretti verso un burrone.
Forse, almeno ora, sarebbe il caso di fermare la macchina e riflettere un attimo: forse i nostri elettori non comprendono perché, dopo aver denunciato per anni lo spread come un imbroglio, ora quasi lo acclamiamo come salvatore della patria. Forse non capiscono perché, dopo aver detto per anni che l’Europa andava cambiata, ora ci prepariamo a schierarci e difendere proprio quell’Europa che volevamo cambiare. Forse non capiscono perché, dopo aver detto che bisognava investire di più e sforare i parametri del Patto di Stabilità, ora ululiamo al 2,4% di deficit, invece di criticare, giustamente, come verrà speso. Forse non capiscono neppure perché, invece di utilizzare il dibattito sul reddito di cittadinanza per dirottare le risorse su una seria riforma degli ammortizzatori sociali e della formazione professionale, semplicemente gridiamo senza offrire soluzioni alternative a un paese con oltre 5 milioni di poveri.
Oppure sbaglio: facciamo tutto bene ma i nostri elettori non lo capiscono. Anche in questo caso mi sembra un serio problema di cui dovrebbe occuparsi la nostra classe dirigente, mettendosi in discussione. E invece che si fa? Si proclama di voler fare i congressi comunali e provinciali. Oh, non quelli regionali e nazionali, ci mancherebbe. Quelle poltrone non sono a disposizione, sono già occupate. E apriamo forse il dibattito ai cittadini, ai militanti, alle liste civiche. Facciamo in modo che democraticamente tutti possano esprimere la propria linea politica e scegliere i dirigenti preferiti? Ma quando mai! Discutiamo tutto in pochi, meno siamo meglio stiamo.
Ragazzi, siamo ancora in tempo, abbiamo tanti bravi sindaci, consiglieri comunali e regionali, tanti parlamentari.
Ma con questa classe dirigente che continua a far finta di nulla non vinceremo mai più!!

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