Skin ADV

Festa della Liberazione, Buccilli: “Resta il ricordo dei partigiani che non hanno ceduto alle lusinghe del regime”

Gian Luca Buccilli

La lettera di Gian Luca Buccilli, capogruppo di Civica a Recco.

Anche quest'anno le restrizioni imposte dall'emergenza epidemiologica non permetteranno di onorare con le consuete modalità la festa della Liberazione e i luoghi della memoria che conservano un significato iconico.

Resta comunque intatto il ricordo dei partigiani in armi, di coloro che dopo l'armistizio non hanno ceduto alle lusinghe del regime, di tutti i civili e militari che hanno combattuto anche sacrificando la propria vita per consentire agli italiani di riconquistare la libertà. 

Di significative proporzioni e assolutamente originale fu l'apporto dei partigiani cattolici alla vicenda resistenziale.

Alcuni di loro, con i rispettivi nomi di battaglia, sono parte integrante del dizionario della Resistenza in Liguria: Paolo Emilio Taviani (Pittaluga), Aldo Gastaldi (Bisagno), Bartolomeo Ferrari  (Don Berto), Aurelio Ferrando (Scrivia), Valerio Bocciardo (Alpino), Elvezio Massai (Santo), Attilio Fontana (Don Cichero), Lazzaro Maria De Bernardis (Campanella), Franco Anselmi (Marco), Erasmo Marre' (Minetto), Ludovico Cappato (Walter), Piero Salomone (Piero Pablo), Vinicio Rastrelli (Dedo).

Sono stati interpreti di una storia unica, inimitabile e attraverso la scelta partigiana hanno reso la loro vita un capolavoro.

Su Paolo Emilio Taviani e Aldo Gastaldi (il primo partigiano d'Italia, per il quale è stato avviato il processo di beatificazione), su Aurelio Ferrando e Don Berto Ferrari è stato scritto molto e oggi di loro si sa quasi tutto.

Per un attimo desidero soffermarmi su Vinicio Dedo Rastrelli, figura per tanti aspetti emblematica.

Lui, per due volte, salvò la vita di Bisagno. 

Salito in montagna con Aldo Gastaldi, Vinicio Rastrelli partecipò alle prime azioni della Divisione "Cichero", guidata da Bisagno.

Nel giugno del 1944 gli venne affidato il comando del Distaccamento "Forca", che in un'operazione di guerriglia da manuale inflisse gravi perdite agli alpini della Monterosa.

L'11 febbraio 1945, dopo aver condotto al sicuro Aldo Gastaldi, seriamente feritosi a una gamba cadendo in un burrone, Vinicio Rastrelli venne intercettato da alcune pattuglie nemiche e arrestato.

Fu condotto nella caserma di Carasco e nel corso dell'interrogatorio condotto dal famigerato Spiotta (responsabile dell'eccidio dei Martiri dell'Olivetta) fu sottoposto a un sanguinoso pestaggio.

Dedo Rastrelli resistette alle torture e trovò la forza per tenere "serrate le labbra", come recita la preghiera dei partigiani ("Ribelli per amore").

I suoi carnefici non riuscirono ad estorcergli informazioni su Bisagno.

Dal carcere di Chiavari, dove era stato rinchiuso, riuscì a evadere insieme ad altri sette partigiani detenuti e a raggiungere la propria formazione partigiana.

Riprese il comando del suo Distaccamento con il quale partecipò all'insurrezione di Genova.

Anche Giovanni Battista Bobbio merita una citazione individuale.

Sacerdote e partigiano, parroco di Valletti (frazione di Varese Ligure) e cappellano della Brigata "Coduri" fu arrestato a seguito dei rastrellamenti avvenuti nel dicembre 1944.

Dopo una notte passata all'addiaccio, legato ad una palizzata, Don Bobbio venne fucilato a Chiavari la mattina del 3 gennaio1945.

L'ufficiale tedesco che comandava il plotone di esecuzione intimò al condannato a morte di esprimere un ultimo desiderio.

Don Bobbio chiese di poter pregare per coloro che da lì a poco gli avrebbero tolto la vita, implorando a Dio il loro perdono.

Cadde con le mani in croce.

L'elenco nominativo è necessariamente incompleto ma resta comunque indelebile il ricordo di chi qui non compare; ricordo alimentato per decenni dalla voce biografica di Lazzaro Maria De Bernardis, dal 1974 al 1991 Presidente dell'Istituto storico della Resistenza in Liguria.

Oltre i confini della Liguria il pensiero deferente raggiunge, tra gli altri, Enrico Mattei, Benigno Zaccagnini, Adone Zoli, Carlo Donat Cattin, Maria Eletta Martini, Tina Anselmi, il beato Teresio Olivelli, partigiano cattolico morto il 22 gennaio 1945 nel lager di Hersbruck, coautore insieme a Carlo Bianchi della preghiera dei partigiani: "Ribelli per amore".

La forza decisa e al tempo stesso mite di un ribelle per amore emerge da queste parole estratte dalla preghiera dei partigiani:

"Quando più s'addensa e incupisce l'avversario, facci limpidi e diritti.

Nella tortura serra le nostre labbra.

Spezzaci, non lasciarci piegare.

Se cadremo fa' che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri morti, a crescere al mondo giustizia e carità".

Credo vada rivisitato l'insegnamento dei ribelli per amore e il loro agire resiliente.

Riscopriremo alcune significative linee di metodo e uno specifico quanto originale contributo alla risoluzione degli attuali e pressanti problemi di un paese "malato", che per guarire non può fare a meno di trarre ispirazione dai grandi valori affermati dalla Resistenza.

Come 76 anni fa, solo un rinnovato senso di appartenenza e di solidarietà nazionale possono consentire un'autentica "ripartenza", il riappropriarsi delle relazioni interpersonali e il funzionamento delle filiere produttive.

Gli attori della Resistenza ci hanno insegnato a credere in noi stessi, nell'autodeterminazione, nella nostra capacità di guadare il fiume per colmare lo spazio che esiste tra il lasciare che le cose accadano e l'agire affinché esse possano mutare. 

Ora come allora, l'Italia nata dalla Resistenza può farcela.

Gian Luca Buccilli
Capogruppo lista Civica in Consiglio comunale a Recco

Pin It

Genova3000 TV

Genova3000 TV

Notizie

Levante

Cultura

Spettacoli

Sport

Gossip

Genova Sport 2024